La sesta edizione di “Imbavagliati” nel segno dei “Diversamente liberi” chiude con diecimila utenti in sette giorni di programmazione, il festival del giornalismo civile però resterà ‘aperto’ sulla rete.
“Aspettando la prossima edizione fisica a Napoli – è il bilancio della ideatrice e direttrice Désirée Klain – la manifestazione non chiude, ma continua ad essere fruibile portando avanti altre iniziative, attraverso il nostro sito d’informazione www.imbavagliati.it, che vuole essere un megafono per la libertà di stampa”.
Dall’Algeria alla Cina passando per la Siria e la Colombia, il festival ha diffuso voci coraggiose che difendono i diritti LGBT oltraggiati nel mondo e quelli degli ultimi. La Mehari di Giancarlo Siani, il giornalista napoletano assassinato dalla camorra nel 1985 è divenuta negli anni il simbolo dell’iniziativa per la libertà di stampa (che ha sede al Pan/Palazzo delle Arti, dove la macchina è custodita ).
E con lo slogan “Chi dimentica diventa colpevole” si è rinnovato dal Festival l’appello per chiedere verità e giustizia per Mario Paciolla, Giulio Regeni e Ilaria Alpi. ”Ringrazio l’Assessorato alla Cultura e al Turismo del Comune di Napoli e la Fondazione Polis della Regione Campania, la Federazione Nazionale della Stampa, la Fondazione Banco di Napoli, l’UsigRai, il Sindacato Unitario Giornalisti della Campania, Articolo 21 e Amnesty International Italia, per averci sostenuti ancora una volta per un appuntamento ‘necessario’, soprattutto in un momento storico in cui l’attenzione per questa terribile pandemia ha messo a tacere troppe emergenze umanitarie -sottolinea Klain – tutto lo staff ed in particolare Eva Serio, per le relazioni internazionali a Davide Uccella per il comparto video”.
Il Premio Pimentel Fonseca, è stato consegnato alla giornalista colombiana Claudia Julieta Duque. Tra protagonisti Ludovic-Mohamed Zahed, primo imam franco-algerino dichiaratamente gay , Chang Ping, il giornalista cinese censurato dal governo di Xi Jinping, John Shipton, padre di Julian Assange, Akram Sweedan, coraggioso artista siriano, che raccoglie i resti di ordigni vari trasformandoli in opere d’arte, testimonial è stata Carmen Ferrara, attivista campana LGBTIQ e ricercatrice.
Il festival ha prodotto il video “Slapp, il bavaglio con la cravatta!”, contro le querele temerarie.
“Ringrazio Désirée Klain – ha detto Giuseppe Giulietti, invitando alla diffusione dello spot – e la sua squadra per non aver rinunciato in una stagione così difficile al festival Imbavagliati, un punto di riferimento internazionale”.
Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia nota che “grazie a Imbavagliati riusciamo sempre a tracciare una traiettoria giusta, da Giancarlo Siani a Mario Paciolla, da Giulio Regeni a Patrick Zaki”.