Tutto da rifare. La Corte di Cassazione ha annullato, per la seconda volta, la condanna all’ergastolo inflitta al presunto boss della camorra Marco Di Lauro (difeso dall’avvocato Gennaro Pecoraro) per molti anni latitante, accusato di essere il mandante dell’omicidio di Attilio Romanò, vittima innocente della criminalità organizzata, ucciso il 24 gennaio 2005 a soli 29 anni.

La Cassazione ha anche rinviato il processo, che sarà il terzo di secondo grado sull’assassinio di Romanò, a un’altra sezione della Corte di Assise di Appello di Napoli.
A entrare nel negozio di telefonia in cui lavorava Romanò fu Mario Buono, detto “topolino”, che fece fuoco contro il giovane estraneo alle logiche della camorra.
Il reale obiettivo del sicario in realtà era Salvatore Luise, nipote del boss del clan degli scissionisti Rosario Pariante.
Già nel 2015, la Cassazione, ha annullato la sentenza d’appello, rinviando a un nuovo collegio della Corte di Assise di Appello di Napoli per rifare il processo di secondo grado che l’11 novembre del 2019 confermò il “fine pena mai” per Di Lauro.
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