Le dimissioni delle ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti e del sottosegretario Ivan Scalfarotto sanciscono formalmente l’inizio della crisi del secondo Governo presieduto da Giuseppe Conte. I leader Matteo Renzi ha chiuso la porta in faccia all’avvocato del popolo.
Il colloquio pomeridiano al Quirinale, richiesto dal premier al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e le successive dichiarazioni distensive e concilianti di Conte, sembravano aver aperto qualche spiraglio, invece così non è stato.

Renzi si è tolto dall’angolo ed ha sferrato un clpo all’esecutivo. Adesso il presidente del Consiglio dovrà rassegnare le dimissioni al Quirinale e avviare l’iter costituzionale delle crisi di governo.
Ora bisogna capire cosa accadrà. Renzi ha raccontato le proprie ragioni, legittimamente ha compiuto un passo in avanti. Ora bisogna capire cosa risponde Palazzo Chigi. Una partita a scacchi. C’è uno spazio entro il quale ogni forza politica si assumerà la sua responsabilità.
Il problema resta il perimetro. Conte ha detto a chiare lettere che se Italia Viva rompeva l’alleanza restava fuori dall’alleanza. Parole pesanti anzi pesantissime, incaute e poco avvedute che sembrano non siano state condivise da Pd, M5S e LeU.
Conte ha soverchiato le forze che lo sostengono e si è lanciato troppo in modo individualistico. Nel frattempo Beppe Grillo con un post ha perorato l’unita’ di tutte le forze politiche per un governo di unita’ nazionale.
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