Parcheggiatore abusivo ucciso perchè disse ‘no’ al racket: blitz contro i D’Ausilio

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Disse di no. Si rifiutò. Pur lavorando come parcheggiatore abusivo, insomma, una occupazione illegale, non voleva sottostare al racket dell’estorsione.

Gli uomini del clan non potevano accettare il suo ‘no’. Gaetano Arrigo per questo motivo fu ammazzato, il 17 giugno di 5 anni fa, un omicidio per il quale gli investigatori sono riusciti a raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico di due affiliati al clan D’Ausilio.

Anche i parcheggiatori abusivi e le prostitute erano costretti a pagare se esercitavano nella zona  compresa tra via Cavalleggeri d’Aosta e le zone di Bagnoli, Coroglio ed Agnano. E chi si ribellava veniva ucciso, com’è capitato a parcheggiatore abusivo.

L’episodio emerge dalle indagini dei carabinieri e della DDA di Napoli che oggi hanno notificato 15 provvedimenti cautelari nei confronti di altrettanti indagati ritenuti appartenenti all’organizzazione criminale fondata da Domenico D’Ausilio, detto “Mimì o’sfregiato”.

Tra i destinatari delle misure cautelari figurano anche i figlio del capoclan Antonio e Felice D’Ausilio, quest’ultimo riuscito a fuggire durante un permesso premio, l’11 maggio 2016. Fino al 19 dicembre dello stesso anno, giorno della sua cattura, Felice, in clandestinità, avrebbe imposto il suo predominio per riconquistare il controllo delle attività criminali nella zona flegrea.

La sua latitanza è coincisa con una escalation di violenze caratterizzata da “stese”, pestaggi, atti intimidatori e dimostrativi perpetrati dai suoi affiliati finalizzati alla ripresa della gestione delle attività illecite sul territorio, in quel momento appannaggio del gruppo malavitoso dei Bitonto-Nappi.

Le indagini hanno l’individuazione della sua rete di fiancheggiatori, hanno fatto emergere l’inequivocabile contrapposizione armata in atto tra i Bitonto-Nappi e la piena operatività del clan D’Ausilio, satellite del più potente clan Licciardi, storica famiglia camorristica componente il cartello criminale conosciuto con il nome “Alleanza di Secondigliano”.

Documentate anche numerose estorsioni ai danni di attività imprenditoriali e commerciali: imprese edili, bar, officine meccaniche, lidi balneari e, appunto, anche nei confronti di parcheggiatori abusivi, prostitute ed ormeggi di barche, con il pagamento, con cadenza periodica o una tantum, di somme di denaro tra 100 euro e 50mila euro.

Le indagini hanno permesso, inoltre, di acquisire importanti elementi probatori in relazione ad una gestione “mafiosa” dei parcheggi abusivi in prossimità dei locali notturni dell’area Flegrea, che si concretizzava anche con azioni violente nei confronti degli stessi parcheggiatori per costringerli a sottostare al dominio criminale e a versare una parte degli introiti illeciti alle casse del sodalizio, con il pagamento di una “tangente” di almeno 200 euro a settimana.

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