Ambulanze incolonnate a sirene spiegate per festeggiare l’elezione di Franco Alfieri, sindaco di Capaccio Paestum (Salerno). Era il 9 giugno 2019. Quelle immagini fecero il giro d’Italia e posero unanimi interrogativi: Perché quell’ammuina ? Perchè quel corteo non autorizzato per le strade di Capaccio ? Perchè era così importante manifestare gioia plateale per il ‘Re delle fritturine di pesce’ così Alfieri fu definito in un leggendario audio dal presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca.
Partendo da queste domande la Procura di Salerno ha avviato indagini circostanziate culminate oggi nell’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dell’imprenditore Roberto Squecco e di altre 10 persone. I reati ipotizzati sono intestazione fittizia di beni, riciclaggio, reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, autoriciclaggio, peculato, abuso d’ufficio e falso, turbata libertà degli incanti ed emissione di fatture per operazioni inesistenti.
E lui, il sindaco Franco Alfieri, sottolineano dalla Procura “non è incluso in questo provvedimento” anche se la moglie dell’imprenditore Squecco, Stefania Nobili, eletta consigliere al Comune di Capaccio è finita ai domiciliari.
A Squecco, ritenuto “soggetto socialmente pericoloso” sin dalla seconda metà degli anni ’90, e agli altri indagati, la Squadra Mobile di Salerno, la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, il Servizio Centrale Operativo e il Servizio Centrale Anticrimine hanno sequestrato beni per 16 milioni di euro, anche in Romania: i decreti riguardano infatti una società con sede in Italia, due associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni a Capaccio-Paestum e un terreno a Zimbor, in Romania.
Un monopolio nei servizi delle onoranze funebri e del pubblico soccorso nei Comuni cilentani di Agropoli, Acerno e Capaccio, attraverso la creazione di nuove associazioni e società intestate a prestanome ovvero infiltrando imprese di terzi già attive, in modo da sfruttare, in maniera occulta, mezzi e licenze altrui, anche con complesso sistema di fatturazioni per operazioni inesistenti realizzato attraverso societa’ cartiere operanti nel settore sanitario, che ha fruttato, solo nel periodo 2017/2019, introiti per circa un milione di euro, successivamente riciclati nelle casse di altre onlus non operative a lui riconducibili.
Poi ha reinvestito le somme illecitamente acquisite con le due importanti bancarotte fraudolente in diverse operazioni commerciali. Tra queste l’acquisto, attraverso la societa’ Pianeta Paestum S.r.l, di 12 terreni a Capaccio, dell’estensione di circa 18 ettari, per l’importo dichiarato di 1.600.000.000 delle vecchie lire, il cui attuale valore, sulla base della relativa destinazione urbanistica e delle potenzialita’ di sfruttamento che li contraddistinguono, e’ stimabile in circa 15 milioni di euro; qui doveva essere realizzato un parco divertimenti tematico, con l’intervento delle amministrazioni Comunali di Capaccio e Agropoli.
C’e’ poi la costituzione di due compagini societarie in Romania, attive nella produzione e vendita di prodotti caseari, registrate fra il 2002 ed il 2009, titolari di immobili in quel Paese. Sigilli a una societa’ con sede in Italia, 2 associazioni di soccorso, 26 automezzi, 7 conti correnti bancari, 12 terreni a Capaccio, uno terreno a Zimbor in Romania
Squecco nonostante fosse gravata da un provvedimento giudiziario continuava ad avere interlocuzioni con le amministrazioni pubbliche, gli enti, i clienti, i collaboratori e i fornitori, non giustificabili con il suo ruolo di dipendente di una delle società funebri controllate e di mero volontario delle associazioni-onlus a lui riconducibili.
Secondo la Procura di Salerno non vi è alcun dubbio Squecco è da considerare “soggetto socialmente pericoloso” e vicino al clan camorristico facente capo a Giovanni Marandino. Per la prima volta è stata applicata anche la direttiva europea di reciprocità su confisca dei beni mafiosi in tutti i Paesi dell’Unione, infatti, è stato sequestrato un terreno in Romania dove doveva sorgere un caseificio.
Un’inchiesta che equivale a un vero e proprio terremoto, il sistema Squecco si reggeva su forti entrature nelle pubbliche amministrazioni, comprese le Asl, insomma, dietro l’imprenditore presumibilmente esiste un network d’interessi ai massimi livelli. Dalla parti di Capaccio anche le pietre sanno che una certa imprenditoria rapace, camorra, politica, colletti bianchi vanno a braccetto.
Ora sono in tanti a tremare, si potrebbe essere vicini allo scoperchiare un pentolone di collusioni inconfessabili, patti scellerati e vicinanze.