Agguato a Ciro Russo, assolti i tre imputati “non furono loro”

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Quella mattina il bar era affollato di persone. Un uomo vestito da donna, ma con il volto nascosto da un casco, armato di pistola, fece fuoco senza pietà e uccise un pezzo da novanta della camorra napoletana, Ciro Russo, detto Ciruzzo ‘o fascista, camorrista ritenuto vicino a Michele Zaza e uomo di spicco della Nco di Raffaele Cutolo. Era il luglio del 1979.

Questa mattina la seconda Corte di Assise di Napoli ha assolto Eduardo Morra, Giovanni Alfano e Gaetano Bocchetti dall’accusa di avere fatto parte del gruppo che materialmente eseguì l’agguato. 

Un omicidio ‘eccellente’ anche perchè compiuto nel Miranapoli, un noto bar napoletano in via Petrarca, zona collinare e panoramica di Napoli, e perchè venne anche ferito un rappresentante delle forze dell’ordine.

Le indagini della Dda sono partite grazie alle dichiarazioni di un pentito di peso, il boss Luigi Giuliano, che si è anche autoaccusato come mandante del delitto e che è già stato condannato per questo. Il pm Henry John Woodcock aveva chiesto per Bocchetti l’assoluzione, per Morra 30 anni di reclusione e 26 anni di carcere per Alfano.

Luigi Giuliano, diventato un super-pentito della camorra, era componente della “Nuova Famiglia” che si contrapponeva alla Nuova Camorra Organizzata di Cutolo.

Secondo gli inquirenti, Guido Cafaro, colui che è ritenuto il killer di Russo, entrato in azione vestito da donna e in sella a una moto, non avrebbe agito da solo. Il rinvio a giudizio dei tre imputati fu chiesto nel 2019 e a cavallo tra il 2019 e il 2020 è iniziato il processo davanti alla Corte di Assise di Napoli dove oggi si è concluso il procedimento giudiziario con l’assoluzione dei tre imputati.

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