Il ministro Maria Cristina Messa rapita dalle bellezze del Real Bosco e Museo di Capodimonte

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“In questo luogo c’è una grandissima attenzione alla biodiversità e agli aspetti legati all’architettura e all’importanza del bosco in città, e poi questo edificio con questa collezione incredibile, cosi ricca e piena di arte di tutte le epoche gloriose della nostra storia, unita alla tecnologia”.

Così il ministro dell’Università e della Ricerca, Maria Cristina Messa, al termine della visita al Museo di Capodimonte dove, insieme alla presidente del CNR, Maria Chiara Carrozza, e accompagnata dal direttore Sylvain Bellenger, ha fatto un sopralluogo alle infrastrutture dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri del CNR e poi percorso la mostra “Raffaello a Capodimonte. L’officina dell’artista”, allestita nel museo con all’interno il laboratorio Europeo MOLAB dell’Istituto di Scienze del Patrimonio del CNR.

“Qui ho trovato una grande disponibilità a mischiare – ha aggiunto il ministro dell’Università e della Ricerca – ad avere un continuo confronto tra chi si occupa di arte e chi di tecnologie. Qui si ha la sensazione di una grandezza che di solito non dimostriamo abbastanza”.

“La vicinanza tra il mondo della ricerca, con il Cnr, e il mondo dell’arte, qui viene portata al proprio massimo sistema. Io ho detto tante volte che non bisogna fissarci con le Stem (Science, Technology, Engineering and Mathematics, ndr) ma bisogna fissarci sul mix di quelle che sono le Stem unite a tutta la nostra arte. Questa è la forza dell’Italia, che ha un patrimonio culturale incredibile e che non deve creare antitesi tra le due tipologie ma anzi fusione tra queste”.

Ministra e presidente del Cnr hanno avuto modo di vedere al lavoro gli innovativi laboratori mobili di diagnostica, installati per l’occasione nella sala Tiziano al primo piano del museo.

Tecnologie all’avanguardia che hanno permesso di svelare cosa c’è dietro alla ‘grazia e all’armonia raffaellesca’, di scoprire il disegno preparatorio e di comprendere la grande tecnica esecutiva di un artista che già a 17 anni veniva chiamato ‘magister’.

Radiografia a raggi X, riflettografia IR, fluorescenza a raggi X e la recentissima tecnica di imaging MA-XRF hanno fornito agli storici dell’arte, ai restauratori e al pubblico in generale un formidabile strumento in grado di offrire informazioni precise e di facile lettura. 

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