Luigi Del Prete, 31 anni e Carlo De Luca, 34 anni, entrambi già detenuti, in carcere sono stati fermati per i reati di trasferimento fraudolento di valori, riciclaggio e autoriciclaggio, con l’aggravante del “metodo mafioso” e della “finalità agevolatrice del sodalizio denominato clan Orlando”. Sono stati i finanzieri dei Nuclei di polizia Economico-Finanziaria della guardia di finanza di Cagliari e Napoli e del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata (SCICO) ad eseguire gli arresti.

Oltre a Del Prete e De Luca arresti domiciliari nei confronti di Pasquale Portarapillo, 55 anni e Domenico Panella, 41 anni, quest’ultimo per il solo reato di turbata libertà degli incanti, per aver interferito sul regolare svolgimento di un’asta giudiziaria in una procedura esecutiva immobiliare, determinando un rialzo del prezzo di vendita di un appartamento di Marano (Na), per impedirne l’acquisto da parte di una persona che vi partecipava in buona fede.
Infine, Michele Simeone, 42 anni, Ilaria Di Meo, 33 anni e Kateryna Halych, 35 anni, sono stati raggiunti dalla misura cautelare dell’obbligo della presentazione alla polizia giudiziaria.
I provvedimenti cautelari scaturiscono da indagini coordinate dalla Procura di Napoli, avviate a partire dal mese di aprile 2019 nei confronti di un gruppo di narcotrafficanti, composto da soggetti campani e sardi, che aveva organizzato il trasporto di ingenti quantitativi di hashish sull’asse Napoli-Medio Campidano.

L’esame della documentazione acquisita nel quadro delle indagini e l’arricchimento delle stesse attraverso accertamenti bancari e patrimoniali ha consentito di ricostruire molteplici e sistematiche operazioni di acquisto di beni mobili e immobili, nonché di attività commerciali, compiute tra il 2014 e il 2018, riciclando e reimpiegando i proventi dei reati commessi e intestandoli a compiacenti prestanome.
Questi ultimi, sottolineano i finanzieri, “sono risultati totalmente asserviti agli illeciti affari del principale indagato, Luigi De Prete, inserito nel sodalizio camorristico degli “Orlando”, egemone nel Comune di Marano, con i cui plenipotenziari egli intratteneva frequenti e stabili rapporti”.
Gli indagati, al fine di “schermare” i beni illecitamente acquistati hanno, anche, “impiegato una persona fisica nell’acquisto di un immobile da una società riconducibile al cognato dei fratelli – di diverso cognome per errori dell’Anagrafe – Nuvoletto Antonio e Nuvoletta Filippo, alias O’ Cecato, esponenti di spicco dell’omonimo sodalizio camorristico”.
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