“Sul progetto dell’ascensore di Pizzofalcone a Napoli , sul monte Echia, è ancora in corso una procedura di accertamento di compatibilità paesaggistica avviata dalla Soprintendenza in seguito alla presentazione ad ottobre del 2020 dell’ultima variante di progetto esecutivo. C’è una netta distinzione tra le responsabilita’ politiche e le competenze tecniche che sono totalmente autonome delle Soprintendenze”.
Lo ha ricordato il ministro della Cultura, Dario Franceschini, nel corso del question time alla Camera, rispondendo a un’interrogazione.
Il ministro ha poi riportato quanto relazionato sul tema dalla Direzione generale archeologia, belle arti e paesaggio e la competente Soprintendenza territoriale: “L’iter autorizzativo del progetto di ‘sistemazione e riqualificazione del belvedere di Monte Echia e di realizzazione dell’impianto elevatore tra S. Lucia e Monte Echia’, elaborato dal comune di Napoli, è stato avviato nel 2005 e ha subito nel corso del tempo diverse modifiche sia in fase di progettazione che in fase di esecuzione”.
“Tutte le fasi progettuali sono state sottoposte alla competente Soprintendenza per il rilascio delle previste autorizzazioni. In particolare nel 2005, l’allora Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio e per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico di Napoli e Provincia ha autorizzato il progetto di massima, ai sensi dell’art. 21 del Codice dei beni culturali e del paesaggio, dettando prescrizioni per la fase di esecuzione e richiedendo alcune modifiche in fase di progettazione esecutiva”.
“Successivamente nel 2007, la Soprintendenza ha autorizzato il progetto sotto il profilo paesaggistico, ritenendolo compatibile con il contesto”. “Per quanto riguarda la tutela archeologica – ha proseguito Franceschini -, l’allora Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, nel 2009, a seguito dei risultati delle indagini archeologiche preliminari volte a definire le quote interessate da resti di natura antropica, ha approvato il progetto”.
“Le indagini archeologiche hanno rilevato il banco tufaceo naturale, parzialmente intaccato da interventi di epoca moderna, e le uniche evidenze rinvenute sono da riferire a resti di strutture moderne e contemporanee, le più antiche delle quali riconducibili al XVIII-XIX secolo”.
“Nel complesso, la totale assenza di strutture, stratigrafie e materiali di interesse archeologico ha evidenziato come l’area sia stata, in epoca storica, soggetta a significativi interventi di rasatura che hanno comportato, almeno nei settori oggetto di intervento, l’asportazione delle eventuali stratigrafie antiche”.
“Più recentemente, nel 2016, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio ha assentito il progetto di variante che prevedeva, tra l’altro, l’abbassamento della quota di smonto degli ascensori di circa 1 metro rispetto alla soluzione approvata nel 2007 riportando la quota del torrino ascensore a 59,00 metri s.l.m.”.
“La Soprintendenza ha inoltre richiesto nel 2017, un ulteriore approfondimento per gli aspetti archeologici in merito alle soluzioni previste per la parte circostante la struttura a nicchie che fodera il costone tufaceo. Nel luglio 2020 la Soprintendenza ha quindi espresso parere favorevole per la messa in sicurezza del costone Monte Echia”.
“Infine, ha concluso Franceschini, “nell’ottobre del 2020, in fase già avanzata delle lavorazioni, è stata presentata alla Soprintendenza un’ulteriore richiesta di variante al progetto esecutivo corredata da documentazione integrativa, che prevedeva, tra l’altro, la quota definitiva del torrino ascensore (all’estradosso) pari a 59,28 metri s.l.m. In merito a questo ultimo punto, essendo stato il torrino già realizzato, è stato avviato un procedimento di accertamento di compatibilità e conformità paesaggistica che è attualmente ancora in fase istruttoria”.
“Tutta la documentazione attinente alla tutela archeologica e paesaggistica è conservata presso gli archivi dei competenti Uffici ministeriali. Esulano, infine, dalla competenza del Ministero, valutazioni circa gli aspetti geotecnici o eventuali effetti dell’intervento su altre infrastrutture della città” – conclude il ministro nela sua articolata risposta- .