Whirlpool, arrivano le lettere di licenziamento via Pec. La rabbia degli operai e la protesta all’aeroporto di Capodichino

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Whirlpool, arrivano le lettere di licenziamento via Pec. La rabbia degli operai e l’occupazione dell’aeroporto di Capodichino.

Un’altra mattina di proteste a Napoli dei lavoratori dello stabilimento Whirlpool di via Argine chiuso dalla multinazionale americana il primo novembre 2020, a due anni da un accordo che ne prevedeva il rilancio e il mantenimento dei livelli occupazionali.

Degli oltre 420 dipendenti del sito, dopo questi lunghi mesi in cui una delegazione di operai ha sempre mantenuto un presidio davanti ai cancelli della fabbrica che produceva lavatrici di alta gamma, sono rimasti 327 i nomi nell’elenco degli esuberi poer cui e’ stata avviata la procedura di licenziamento con una mail pec dell’azienda.

Stamani almeno in 100 si sono recati verso le ore 10 all’esterno dell’aeroporto di Capodichino, e, dopo aver esposto bandiere e lo striscione blu e bianco di ogni loro manifestazione, sono entrati nella hall dove hanno rallentato per circa un’ora le operazioni pre-imbarco legate alla sicurezza da contagio Covid.

Poi sono usciti, e in corteo hanno percorso viale umberto Maddalena, posizionandosi all’altezza della rotonda che immette quella strada in tangenziale, rallentando e bloccando a tratti il flusso dei veicoli con lente passeggiate tra le carreggiate. Anche questa manifestazione e’ durata circa un’ora. Poi i lavoratori sono tornati in fabbrica e di li’ alle loro case.

Antonio Accurso, segretario Generale Aggiunto Uilm Campania: “E’ un atto vile perché l’azienda non avrebbe avuto nessun costo ad aprire la cassa integrazione ordinaria, noi faremo sempre mobilitazioni, perché il governo deve riportare la Whirlpool al tavolo, fargli ritirare i licenziamenti e aprire la cassa ordinaria e discutere seriamente del futuro di Napoli”.

Rosario Rappa, segretario generale Fiom di Napoli. “Il nostro obiettivo è far riprendere la produzione di lavatrici in via Argine, finché questo non avviene per noi la vertenza è aperta”.

Raffaele Apetino, segretario generale Fim-Cisl Campania. “Già tre premier ci hanno dato disponibilità a risolvere una vertenza che non è stata ancora risolta, noi continueremo a lottare, protestare e stare al fianco dei lavoratori”.

Secondo la legge, adesso ci sono 75 giorni per cercare una possibilità di ritiro della procedura di licenziamento collettivo. E si spera nell’intervento del presidente del Consiglio Mario Draghi.

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