Sequestrati 20milioni di euro al commercialista del boss

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Beni per oltre 20 milioni di euro, riconducibili a un commercialista, si tratta di Alfredo Aprovitola, 52 anni, ritenuto vicino al clan camorristico dei Mallardo, sono finiti sotto sequestro tra Campania e Lazio.

I finanzieri del Comando Provinciale di Napoli, al termine di indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di  Napoli hanno apposto sigilli – tra le province di  Napoli , Caserta, Frosinone e Latina – a un centinaio di beni tra fabbricati, terreni, quote societarie, autovetture, nonché numerosi rapporti finanziari. 

Il commercialista Aprovitola è stato arrestato dagli stessi finanzieri del Gico, nel 2012, per estorsione aggravata dal metodo mafioso e nel 2013 per concorso esterno in associazione camorristica. Il professionista il 17 settembre dell’anno scorso è stato condannato a 7 anni di reclusione per estorsione dalla IV Sezione Penale del Tribunale di Napoli..

Le ulteriori indagini di natura economico-patrimoniale hanno fatto emergere “un’incapienza patrimoniale del nucleo familiare di Alfredo Aprovitola, risultato privo di fonti lecite di guadagno in grado di giustificare il valore economico del patrimonio accumulato nel tempo”. 

Originariamente, spiega una nota delle fiamme gialle, le indagini della Procura di Napoli avevano evidenziato come le risorse accumulate nel tempo sarebbero state favorite dal rapporto della famiglia Aprovitola con il clan Mallardo.

“Al riguardo, Domenico Aprovitola, padre di Alfredo, indicato da numerosi collaboratori come il ‘tesoriere’, veniva considerato un esponente storico del clan Mallardo, riconducendo la sua affiliazione all’epoca della fondazione dell’organizzazione stessa”.

“Il figlio Alfredo, laureato in Economia e Commercio, occupandosi della gestione delle varie attività imprenditoriali riconducibili al clan, avrebbe assunto l’incarico di commercialista delle varie attività imprenditoriali soprattutto nei settori immobiliare ed edilizio”.

Le evidenze investigative emerse nel corso degli anni, prosegue la nota della guardia di finanza, avrebbero fornito elementi determinanti circa la partecipazione di Alfredo Aprovitola al sodalizio criminale egemone nella zona di Giugliano in Campania.

A queste si sono aggiunte le dichiarazioni di numerosi collaboratori di giustizia, con indicazioni chiare e circostanziate della possibile gestione dei capitali illeciti del clan da parte dello stesso. Aprovitola avrebbe anche svolto un ruolo attivo nelle attività estorsive poste in essere da soggetti affiliati all’organizzazione criminale.

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