Scomparsa Marisa Albanese, il direttore Bellenger: “Era artista sensibile e militante”

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“La sensibilità e la delicatezza di Marisa Albanese nascondevano una forza e un impegno militante che irroravano la sua arte, intimamente legata alle lotte sociali contemporanee, combattente della causa femminile, dell’immigrazione, del razzismo, della libertà intellettuale e della spiritualità”.

È quanto si legge, in una nota, con la quale Il direttore del Museo e Real Bosco di Capodimonte, Sylvain Bellenger, e i suoi collaboratori piangono la scomparsa dell’artista napoletana Marisa Albanese.

L’arte di Marisa Albanese è stata illustrata nelle mostre di Capodimonte e nella collezione permanente. La mostra alla Reggia nel 2010 dal titolo Spyholes, a cura di Achille Bonito Oliva, rappresenta l’esito di una personale ricerca intrapresa nel 2003 sul tema del Vesuvio, privilegiando la fotografia, il video, l’installazione e la video-animazione.

Nel 2011 l’artista dona a Capodimonte l’opera dal titolo V. 104 che entra a far parte delle collezioni permanenti. L’installazione è formata da 104 fotografie che ritraggono il Vesuvio.

Il vulcano, mai immediatamente riconoscibile, sottolinea la presenza fisica nel Vesuvio nella quotidianità napoletana, la sua pericolosità non realmente percepita da chi abita alle sue pendici. L’opera intitolata V.104 è stata successivamente esposta nella mostra Carta Bianca, Capodimonte Imaginaire (12 dicembre 2017-11 novembre 2018), nella sala dedicata all’amore e alla conoscenza allestita da Gianfranco D’Amato. L’opera illustrava, nell’allestimento, l’amore per la città di Napoli.

Da quasi un anno Marisa Albanese stava concludendo una creazione site-specific per il Real Bosco di Capodimonte, su committenza della Direzione. Il progetto “Massi Erratici” illustra la rinascita dopo la distruzione, e a luglio scorso ha ottenuto un finanziamento dal Piano per l’Arte Contemporanea del Ministero della Cultura.

L’opera monumentale di otto metri di altezza è costruita con circa cinquecento massi di rovine monumentali, resti di edifici antichi bombardati nel 1943, ritrovati all’interno del Bosco durante i lavori di pulizia dei boschi del giardino storico. L’opera è stata integralmente ideata e disegnata dall’artista e sarà completata secondo le sue indicazioni, con la massima precisione.

“Questo progetto, condotto dall’artista durante l’anno della sua malattia, diventa il simbolo dello straordinario coraggio e forza di Marisa che ha mobilitato le sue ultime forze per concludere un monumento che illustra il suo delicato e potente talento – afferma Bellenger – Sedute sulle pietre, montate a formare un totem, due sculture in marmo bianco di Carrara, le ‘combattenti’, giovani donne con il casco in testa, illustrano la visione di Marisa che vedeva nell’arte un combattimento continuo”.

Poco prima che la malattia prendesse il sopravvento, Marisa che disegnava sempre, spiegava che il disegno era per lei un modo continuo di vedere, di esprimersi.

Con la presentazione dell’opera Massi Erratici verso la fine del 2022, il Museo e Real Bosco di Capodimonte organizzerà una mostra dedicata alla realizzazione del progetto stesso con i disegni preparatori che l’artista aveva voglia di donare a Capodimonte, facendo così entrare i primi disegni di arte contemporanea nello storico Gabinetto Disegni e stampe, nato con i disegni Farnese.

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