“Una Chiesa povera di sogni è una Chiesa smarrita, che fatica a trovare il senso e la direzione rischiando di camminare in modo asfittico in una quotidianità senza slancio, fatta solo di riti e di abitudini. Dico di più: una Chiesa che non sogna non è Chiesa, è solo Apparato”.
Così monsignor Domenico Battaglia, arcivescovo metropolita di Napoli, in un passaggio dell’omelia.
Don Mimmo ha affermato che ”soprattutto in questo particolare momento storico, la Chiesa non può non riappropriarsi del suo sogno e prendere il largo. Per questo il Pallio non è simbolo di un potere o di un onore, ma è piuttosto il segno di una Chiesa che desidera essere gregge di Cristo e collaboratrice del suo sogno”.
“Una Chiesa – ha proseguito – che desidera uscire per cercare la pecora smarrita, che vuole essere luogo di cura per ogni ferita, motivo di gioia perché luogo di incontro con Colui che ci salva con il suo infinito amore, facendo di noi, vecchie ciabatte malandate, calzari preziosi di angeli”.
Nel concludere, don Mimmo ha aggiunto: ”Che questo amore possa donare alla Chiesa il coraggio di uscire dagli accampamenti tutte le volte che si attarda all’interno delle sue tende dove non giunge il grido dei poveri”.
Nel corso della celebrazione ha annunciato ‘la nascita’ del 31esimo sinodo della Chiesa di Napoli.
”L’ho sognato dal primo momento in cui sono stato chiamato ad essere servo di questa terra – ha detto don Mimmo – e l’ho pensato come necessario momento di ascolto di ogni componente ecclesiale e della città”.
“Un sinodo – ha aggiunto – aperto a tutti, uomini e donne, credenti e non. Il sinodo dovrà partire dall’arte dell’ascolto, dall’esperienza di ascolto della città, della terra e del tempo che viviamo”.