“Non fu una esecuzione. Anche il professionista più addestrato deve decidere la sua (re)azione in decimi di secondo e in altrettanto tempo porla in essere. Una condotta di soccorso difensivo in favore di un privato cittadino, poi trasformatasi in legittima difesa. Il poliziotto ha agito con professionalita’ e perizia in evidente presenza di condizioni reali delle discriminanti dell’uso delle armi”.
Il giudice per le indagini preliminari di Napoli, Claudio Marcopido, chiude cosi’ l’indagine sulla morte di Luigi Caiafa, il 17enne di Napoli, ucciso da un poliziotto durante un tentativo di rapina il 4 ottobre 2020.
L’archiviazione è arrivata su richiesta dei pm Claudio Basso e Valentina Sincero, ma il legale della madre di Caiafa, Giuseppe De Gregorio, annuncia battaglia ed è pronto a chiedere la riapertura del caso alla luce di un video che riprenderebbe la scena da una diversa prospettiva. Per il gip, il comportamento del poliziotto era motivato dalla legittima difesa perche’ gli venne puntata contro una pistola giocattolo ma senza il tappo rosso.
Quella notte nei pressi dell’incrocio tra via Duomo e il cosidetto rettifilo, ossia corso Umberto, l’obiettivo di Caiafa e di Ciro De Tommaso, suo complice arrestato e condannato a sei anni e due mesi, erano due ragazzi a bordo di una Mercedes.
In un’auto civetta in transito, due poliziotti vedono i due baby rapinatori e interviene, notando l’arma in mano a Ciro De Tommaso; questi non esita a puntarla contro gli agenti che tentano di fermare lui e Luigi Caifa.
Tutto viene ripreso da una telecamera di videosicurezza: si vede De Tommaso puntare la pistola contro i poliziotti, uno dei due che cerca riparo dietro la Mercedes, e Caiafa che grida al complice “Spara, spara, le guardie”. Il poliziotto che era indagato spara a quel punto tre colpi, uno dei quali raggiunge proprio Caiafa, che viene ferito al collo in maniera mortale.