Un ammanco e un tradimento extraconiugale, scatena la guerra tra i clan di San Giovanni a Teduccio

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Un ammanco di 700mila euro e un tradimento. Sono stati i motivi che hanno portato allo ‘sfratto’ forzato da parte del gruppo dei Silenzio a esponenti del clan Formicola. Teatro dell’epurazione, via Taverna del Ferro a San Giovanni a Teduccio. 

Questo è quanto emerge dalle pagine dell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip partenopeo, Chiara Bardi, che ha raggiunto 24 persone, tra le quali figurano componenti della famiglia Silenzio e Rinaldi. Con altre due misure cautelari, invece, il giudice ha disposto i domiciliari per altrettanti indagati.

Il boss Francesco Silenzio “ha continuato ad allontanare dal proprio ‘quartier generale’ i familiari dei Formicola perchè ritenuti colpevoli di avere favorito una relazione extraconiugale della moglie, Assunta Formicola”, scrive il gip. 

E proprio il boss in persona che andava a casa dei singoli ras nemici e obbligarli a lasciare le case. 

Il clan, inoltre, gestiva le case popolari al cosiddetto ‘Brox’ ma soprattutto una ditta di pulizia gestita da Chiara Silenzio, 44 ​​anni, oggi destinataria di una misura cautelare in carcere. 

La donna imponeva i pagamenti e, in mancanza di versamenti, era direttamente il capoclan Francesco Silenzio a risolvere la questione. 

La cassa era invece gestita da Anna Principe, per la quale è stato disposto il carcere. 

In questo contesto si inquadra anche l’omicidio con cinque colpi di pistola, nel cuore del Bronx, di Annamaria Palmieri. 

La donna era il ‘braccio destro’ di Maria Domizio, moglie del boss Ciro Formicola e all’epoca reggente della cosca, e la accompagnava ai colloqui in carcere insieme con Assunta Formicola, figlia di Ciro. Inoltre i Formicola non avevano versato 700mila euro ai Silenzio. 

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