È morta Pupetta Maresca, uccise il mandante dell’omicidio del marito

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Pupetta Maresca, è morta a 85 anni nella sua casa di Castellammare di Stabia. Quando aveva 20 anni, uccise il mandante dell’omicidio del marito, Pascalone ‘e Nola. Era comparsa in un processo l’ultima volta quando tra le prove fu portata una lettera a un imprenditore nella quale chiedeva un posto per il figlio e spiegava di essere stata rovinata dai pentiti.

Durante la puntata del programma web Reality Car condotto da Emilio D’Averio, Pupetta Maresca parla anche di sé e degli eventi che hanno segnato il suo passato come l’eclatante omicidio di camorra per cui fu condannata a 13 anni di carcere.

“Contro di me furono sparati 12 proiettili, mentre io avevo una pistola piccola, una 7,65 con sei colpi. Potevo morire anche io. Il mio più grande errore? Potrei dire aver ucciso, ma se non l’avessi fatto a quest’ora sarei morta io”.

Ha ispirato film di registri del calibro di Francesco Rosi, che girò “La sfida”, nel 1958. E anche Marisa Malfatti e Riccardo Tortora vollero dedicare ad Assunta “Pupetta” Maresca una pellicola proprio con il suo nome: “Il caso Pupetta MarescaDelitto a Posillipo”, diretto da Renato Parravicini, vagamente ispirato alla sua vita. 

In questa pellicola dette prova del suo talento di attrice e anche di cantante interpretando un suo testo, “‘O bbene mio”. 

Nel 1970 si innamorò del camorrista Umberto Ammaturo, dal quale ebbe due gemelli, Roberto e Antonella. Poi, sfidò apertamente il boss della Nuova camorra organizzata”‘, Raffaele Cutolo.  

La fama di essere una ‘boss’ le giunse quando venne accusata di essere la mandante dell’omicidio di Ciro Galli, un affiliato a Cutolo, ucciso nel 1981 per vendetta trasversale. 

Il pm chiese l’ergastolo, ma nel 1985 fu assolta per mancanza di prove. Il 13 febbraio 1982, in piena guerra tra Nco e ‘Nuova famiglia’, indisse una conferenza stampa, nel corso della quale minacciò apertamente Cutolo. 

Una recente fiction di Canale 5 che ebbe come protagonista Manuela Arcuri raccontò per il piccolo schermo la sua storia.

Don Paolo Cecere, 89enne ex parroco della chiesa di Sant’Antonio di Padova, dove domani mattina alle 10 saranno celebrati i funerali in forma privata, l’ha conosciuta da bambina. 

“Ricordo il padre Alberto, responsabile del Consorzio del Latte in via Virgilio, a pochi passi dalla via Tavernola dove abitavamo da bambini. Lei era fin da piccola una persona turbolenta”, racconta il sacerdote. Ma Pupetta, nelle sue drammatiche vicende, non si è mai rivolta a don Paolo. 

“Quando, per la seconda volta, usci’ dal carcere – aggiunge il sacerdote – frequentò la chiesa per circa un mese assiduamente, e poi venne a raccontarmi che su di lei avrebbe girato una fiction, promettendo una offerta alla Chiesa. Ma poi se ne sarà’ dimenticata perchè non l’ho più’ vista”. 

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