Comincia male, malissimo il 2022. I killer approfittanto dei festeggiamneti dell’ultimo dell’anno hanno portato a termine la loro missione di morte.
Un omicidio che gli investigatori catalogano come la risposta a 8 giorni dall’agguato del boss Vitale Troncone, 51 anni, ferito davanti a un bar in via Caio Duilio a Fuorigrotta e in gravi condizioni. I sicari verso le 3 della notte nei pressi del Rione Lauro, in via Leopardi non molto distante dallo stadio Maradona hanno fatto fuoco contro Salvatore Capone, 42 anni, con diversi precedenti.
L’uomo è morto sul colpo. Nelle vicinanze del luogo dell’agguato sono stati trovati tre bossoli. Indagini sono in corso da parte del commissariato di polizia San Paolo.
Salvatore Capone pare fosse la scorta armata dei boss del rione Lauro, raccordo criminale tra Fuorigrotta, Bagnoli e i Licciardi di Secondigliano. Capone era vicino al gruppo Cesi che è egemone nella zona a ridosso dello stadio Maradona, in contato con gli Esposito e con i Licciardi.
L’augguato – dicevamo – pare sia la risposta al ferimento del capoclan Vitale Troncone, in fin di vita all’ospedale del Mare, dopo essere stato raggiunto da una raffica di colpi il 23 dicembre scorso. Un agguato eccellente questo, forse in risposta all’incendio di un pub e all’omicidio lo scorso 15 marzo del boss Antonio Volte. Solo poche settimane fa, l’11 novembre, nel mirino dei killer era finito Andrea Merolla, 31 anni, nipote di Vitale Troncone, ucciso a colpi di pistola in via Caio Duilio a pochi metri dove è stato gravemente ferito lo zio.
Capone era molto vicino al boss Massimiliano Esposito, ‘o scognato, del quartiere di Bagnoli tanto che durante la sua latitanza era lui che ne gestiva il cellulare per le comunicazioni urgenti. Il quartiere di Fuorigrotta da tempo è attraversato da fibrillazioni delle cosche, che si contendono lucrose piazze di spaccio e la gestione delle estorsioni.