Alleanza di Secondigliano tra chiese, statue, cappelle votive e funzioni religiose

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“In occasione di determinate funzioni religiose nella cappella dell’ospedale, e per sostare l’auto nei parcheggi anche i medici e gli infermieri dovevano pagare”. 

A parlare è il collaboratore di giustizia Teodoro De Rosa, che risponde alle domande degli inquirenti dei carabinieri e della DDA di Napoli nell’ambito delle indagini sulle edicole votive riconducibili al cartello criminale chiamato “Alleanza di Secondigliano”.

Il “pentito” riferisce, con dovizia di particolari, uno spaccato nel quale si evince come la criminalità organizzata abbia strumentalizzato a proprio favore, in certi quartieri di Napoli , la fede religiosa, anche in un ospedale.

La Procura di Napoli , nell’ambito delle indagini che si conclusero, nel giugno 2019, con un maxi blitz in cui vennero eseguiti 126 arresti, fece emergere lo “strapotere” del clan Contini (una delle componenti più blasonate dell’Alleanza di Secondigliano), nell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli.

Il collaboratore di giustizia De Rosa, riferisce agli inquirenti, che i sanitari “…pagavo e basta… altrimenti…il rischio era che venivaro bucate le ruote… sia nel parcheggio interno all’ospedale, sia in quello esterno, abusivo…”.

De Rosa parla anche del ruolo della mamma delle sorelle Aieta, sposate con tre importanti capi dell’Alleanza di Secondigliano, e cioé Patrizio Bosti, Francesco Mallardo ed Eduardo Contini.

È lei, dice il “pentito”, a tenere i rapporti con i preti. È lei, ancora, continua De Rosa, che “…gestisce direttamente qualsiasi giro dei soldi raccolto in occasione di funzione, come battesimi, matrimoni, comunioni.

Inoltre, la donna, ha tenuto in gestione, per un lungo periodo, tre statue del ‘600 che, per circa 400 anni, custodite nella chiesa della Maria Santissima del Rosario di Napoli.

Secondo un sacerdote ascoltato dagli investigatori “legate ad una forte tradizione popolare” e, secondo gli inquirenti, adoperate per evocare il potere criminale, attraverso “l’uscita delle statue dalla roccaforte del clan Contini e Bosti… per avviarsi alla processione annuale della Madonna del Rosario molto partecipata dalla popolazione del quartiere”.

Sulla base delle teche di due delle tre statue, quelle raffiguranti San Domenico e Santa Rosa (la terza raffigura la Madonna del Rosario, ndr), vi erano state impressione delle targhe con le frasi “a devozione Anna e Franco Mallardo 15.10.1995” e “a devozione Rita e Patrizio Bosti 15.10.1995”. 

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