A Napoli oltre 2mila sfilano per la pace in Ucraina

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“I vostri bambini domani andranno a scuola”. Sono le parole tra le lacrime di Sara, giovane ucraina, in apertura della fiaccolata silenziosa che ha attraversato le strade del quartiere Vomero.

Oltre 2mila persone, italiane e ucraine, hanno sfilato in un corteo aperto da una grande bandiera della pace lunga 30 metri. Una bandiera che è stata portata in silenzio da tanti uomini e donne ma anche da bambini, tra candele e palloncini giallo-blu. Tantissimi i cartelli per chiedere la pace.

“Noi ucraini chiediamo solo democrazia, libertà di pensiero, di studio, la possibilità di avere una nostra Chiesa, di avere una nostra lingua e nostri costumi – ha proseguito Sara – ci hanno aggredito senza alcun motivo. Tutti voi avete visto le immagini terribili dei bombardamenti che stanno distruggendo le nostre città, le nostre vite”.

Sempre al Vomero presso la chiesa di San Gennaro ci si è riuniti per pregare per la pace in Ucraina. La chiesa è gremita e molti sono dovuti rimanere all’esterno. Sull’altare sono state sistemate quattro grandi ceste che contengono candele gialle e blu, i colori della bandiera ucraina. Una preghiera che si tiene proprio nel giorno in cui si svolge il secondo round di colloqui tra le delegazioni ucraine e russe.

La speranza che anima i cuori dei presenti è che arrivi la notizia tanto attesa di un cessate il fuoco. Qualora arrivasse, le campane delle chiese di Napoli suoneranno una festa così come chiesto ieri ai sacerdoti dall’arcivescovo metropolita, don Mimmo Battaglia.

“Noi vorremo suonare stasera le campane – ha detto il parroco don Massimo Ghezzi – il vescovo ci ha chiesto di festeggiare prima la Pasqua, aspettiamo con fiducia e speriamo di poter celebrare la vittoria della vita e che il Signore possa toccare il cuore di chi ha la possibilità di porre fine a questa guerra”.

In chiesa uomini e donne, giovani e anziani, napoletani e ucraini e c’è chi ha portato con sé la bandiera della pace.

“Abbiamo pensato di vivere in comunione questo momento – ha proseguito padre Ghezzi – con i tanti ucraini che il territorio, soprattutto sono in tanti che operano nella nostra necessità nelle nostre famiglie. pregare come ci ha detto Papa Francesco. La guerra non deve vincere”.

Come sta accadendo in diversi luoghi della città, anche al Vomero è stato allestito un punto di raccolta presso il Centro Shekina dove i volontari raccolgono soprattutto farmaci, materiale sanitario e beni di prima necessità. La preghiera è animata dalla Comunità di Sant’Egidio. E proprio ai volontari della Comunità che operano in Polonia, in Slovacchia e nelle città ucraine come Leopoli è stato rivolto il pensiero.

“Vogliamo pronunciamo della Comunità in messaggio di unità di unità di Mario De Finis – non ci possiamo rassegnare alla guerra e il nostro rassegnare per’ cui stiamo lavorando, è creare un rapporto di Sant’Egidio – Se questa è un’ora di impotenza per noi gente comune, il nostro rifiuto della guerra si fa preghiera, invocazione tenace”.

Un pensiero è stato rivolto anche ai Capi di Stato, a chi sta svolgendo i colloqui “affinché sentano che il bene della pace è più grande dei conflitti e delle mire geopolitche”.

Sono tante le richieste di aiuto che la Comunità sta ricevendo da parte di persone che hanno parenti in fuga dall’Ucraina.

“L’accoglienza è un lavoro articolato – ha spiegato De Finis – ma Napoli e il Paese hanno il dovere civile e cristiano di accogliere tutti”.

Durante il momento di preghiera, una giovane ragazza ha letto una preghiera in lingua ucraina.

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