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Momenti di comprensibile tensione in aula alla pronuncia della sentenza della seconda Corte d’Assise di Napoli per l’imprenditore svizzero Stephan Ernest Schmidheiny, giudicato colpevole di omicidio colposo per un solo decesso e condannato a tre anni e 6 mesi.
“Vergogna, vergogna”, è stato urlato dai parenti delle vittime che sono stati allontanati dall’aula 116 del Palazzo di giustizia dalla polizia
giudiziaria.
A protestare sono stati in particolare i familiari di otto vittime dell’amianto di Bagnoli. L’imprenditore elvetico è stato assolto per il decesso di Franco Evangelista, mentre per le altre sei vittime il procedimento è stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione.
“Una sentenza che lascia l’amaro in bocca perché soprattutto non siamo sicuri che la realtà processuale coincida con la realtà storica, dato il lungo tempo trascorso”.
Così l’avvocato Elena Bruno, legale dell’associazione ‘Mai più Amianto’ ha commentato il verdetto. La sentenza ha escluso il dolo in relazione a otto morti, sei operai dello stabilimento Eternit di Bagnoli, un parente di uno dei lavoratori e di una ottava persona, secondo la procura decedute a seguito delle malattie sviluppate dall’esposizione all’amianto