Il Tribunale del Riesame di Napoli ha revocato la misura dell’obbligo dimora per il poliziotto penitenziario Raffaele P., 49 anni, imputato nel processo a carico di 108 agenti e funzionari del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria (Dap) per i pestaggi e le violenze a carico dei necessari avvenuti nel carcere di Santa Maria Capua Vetere il 6 aprile 2020.
L’agente era finito agli arresti domiciliari il 28 giugno dello scorso anno nell’ambito del maxi-blitz dei carabinieri che avevano notificato 52 misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari di Santa Maria Capua Vetere (diciotto ordinanze ai domiciliari, otto in carcere, 23 sospensioni e tre obblighi dimora).
La maggior parte delle misure è cessata per scadenza dei termini nel dicembre scorso. In quella circostanza la Procura di Santa Maria Capua Vetere aveva presentato l’istanza di proroga dei termini custodia al giudice per l’udienza preliminare Pasquale D’Angelo, che però l’aveva respinta disponendo solo obblighi di dimora per una ventina di agenti, tra cui il 49enne.
La Procura ha poi fatto appello al Riesame, che ne discuterà l’otto giugno prossimo. Nel frattempo l’avvocato Mariano Omarto, legale del 49enne, circa un mese ha inoltrato istanza di revoca dell’obbligo, al gup ritenendo non sussistenti, ma il giudice l’ha respinta, e così il professionista si è rivolto al Riesame di Napoli.
Il giudice, in questo caso, ha rimesso in piena libertà l’agente, ritenendo escluso il pericolo di reiterazione del reato, anche perché il 49enne è tuttora sospeso dal servizio in via amministrativa.
Martedì sette giugno si torna in aula per l’udienza preliminare davanti al Gup D’Angelo, che dovrà decidere se rinviare a giudizio 105 imputati, visto che nel frattempo altri tre hanno scelto la strada dell’abbreviato.