Assalto a ‘Cala la Pasta’, preso il rampollo del clan

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“Ti veniamo a sparare dentro casa tua, sappiamo dove abiti, non denunciare altrimenti ti facciamo saltare in aria il ristorante”. Sono le minacce, in dialetto napoletano, urlate Luigi Capuano, 34 anni, la notte del 16 maggio scorso dopo il grave incidente avvenuto nel cuore di Napoli che coinvolse la compagna di un ristoratore.

La moto sfrecciava lungo via dei Tribunali ad alta velocità. L’uomo, insieme con altre persone, secondo gli investigatori, si recò sul luogo per impedire che il centauro suo amico finisse nei guai dopo che era successo. Quelle minaccia – sostiene il giudice per le indagini preliminari Leda Rossetti nell’ordinanza la quale ha disposto le misure cautelari eseguite oggi dalla Squadra Mobile partenopea – all’indirizzo del fratello del titolare del ristorante ‘Cala la Pasta’, che stavando riprendendo la scena con il suo cellulare.

Oltre che per Luigi Capuano, il giudice ha disposto il carcere anche per Patrizio Bosti, 19enne nipote del boss Patrizio Bosti, e per il 18enne Giorgio Marasco. Il 19enne è accusato di avere aggredito un turista argentino il quale voleva impedire che la moto venisse portata via. Il 18enne, è accusato di aver minacciato lo stesso turista con un coltello. Per il centauro, Gennaro Vitone, 21 anni, che i tre volevano sottrarre alla giustizia, il giudice ha invece disposto gli arresti domiciliari. Per un quinto indagato il giudice non ha ritenuto necessario emettere un provvedimento cautelare.

Per evitare che Vitone venisse individuato e catturato, alcuni turisti argentini, testimoni dell’accaduto (uno rimase coinvolto e riportò solo lievi ferite), vengono minacciati (“siamo camorristi, vi veniamo a cercare”) e picchiati. Venne offerta loro anche una somma di denaro (non quantificata) in cambio del loro silenzio. Inoltre sia il centauro, sia la sua moto, una enduro, vennero fatte sparire dal gruppo di persone intervenute in soccorso di Vitone.

Nell’incidente la compagna del ristoratore, tuttora ricoverata in ospedale, riportò gravi ferite: nell’ospedale “Vecchio Pellegrini”, dove venne accompagna la donna al ronto soccorso poi trasferita al Cardarelli, il ristoratore riconobbe il conducente della enduro, anche lui ferito, nella caduta e poi fuggito.”Denunciare paga sempre. A quasi un mese dai fatti sono state emesse tre ordinanze di custodia per quei componenti della paranza della camorra ammessi e denunciati dai titolari del ristorantino ‘Cala La Pasta’ e dai clienti che si trovavano a cena la sera del 15 maggio in via dei Tribunali.

Assicurato alla giustizia il centauro che investì provocandole gravissime lesioni Veronica Carrasco, la moglie del titolare del locale e un turista argentino. Identificato anche parte del gruppo che intervenne per recuperare la moto e minaccio’ di morte il titolare di Cala La Pasta. Rampolli dei clan dell’Alleanza di Secondigliano”.

Così, in una nota il senatore Sandro Ruotolo che si dice colpito che “tra gli arrestati ci sia Patrizio Bosti, 19 anni, nella di Ettore e nipote omonimo del capo clan che è confederato Alleanza di Secondigliano. A 19 anni già coinvolto in fatti di camorra”.

“Lo Stato è più forte, noi siamo di più. Napoli dev’essere liberata dalla camorra. Grazie alla polizia di Stato e alla magistratura e grazie ai proprietari del ristorantino che hanno denunciato i camorristi. Saremo accanto a loro – conclude Ruotolo – anche in Tribunale nel chiedere giustizia e condanne esemplari”.

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