Dolore, rabbia, commozione nella chiesa di San Giuseppe al rione Incis di Ponticelli per i funerali di Antimo Imperatore, 58 anni, l’ennesima vittima casuale della camorra.
È rimasto ucciso lo scorso 20 luglio nell’agguato che ha tolto la vita a Carlo Esposito, 29 anni, del clan De Micco. Imperatore era a casa sua a montargli una zanzariera quando il killer ha fatto fuoco.
A celebrare il funerale è stato padre Modesto Bravaccino da pochi mesi a Ponticelli ma già una visione chiara dei problemi del territorio: “Ci sono zone di questo quartiere in cui è difficile sopravvivere, sia per la mancanza di lavoro che per quella dei servizi essenziali. Poi c’è la criminalità”.
I servizi funebri sono stati possibili grazie all’Associazione Antiracket, messi a disposizione da un associato come la ditta Chiariotti. E anche l’avvocato di Sos Impresa sarà a disposizione della famiglia.
Nel giorno del consiglio comunale non si sono visti rappresentanti dell’Amministrazione comunale nè della Municipalità presenti a questo ultimo omaggio per un uomo incensurato e lavoratore che ha avuto l’unica colpa di vivere in un posto sbagliato: nel suo quartiere.
Il parroco, oltre a leggere una lettera del vescovo Battaglia contro la camorra, ha avuto il compito anche di leggere il messaggio della figlia di Antimo, troppo scossa per poterlo fare da sola: “Ci manchi, papà. Tu ci hai insegnato ad essere forti ed è quello che cercheremo di fare. Ma la tua morte ci ha sconvolti, non doveva finire così ingiustamente. Non ti dimenticherò mai, te lo prometto. E ti prometto che lotteremo fino in fondo per avere giustizia. E’ una promessa”.