Minacce e pressioni. Vittima per tre anni dei soprusi dei bulli, fino al punto da immaginare di togliersi la vita. È la vicenda scoperta dai carabinieri che hanno eseguito cinque misure di collocamento in comunità nei confronti di altrettantiindagati minorenni: lo scenario è il piccolo comune di Gragnano, in provincia di Napoli, dove nel settembre scorso un altro ragazzino di 13 anni, anche lui bersagliato da minacce e aggressioni, si suicidò lanciandosi dal balcone. E due dei suoi presunti aguzzini sono tra i cinque accusati del nuovo caso di bullismo.
A svelare il tutto sono state proprio le indagini condotte dai carabinieri della stazione di Gragnano e coordinate dalla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Napoli , iniziate nel settembre scorso dopo la morte di Alessandro.

Dai controlli dei militari è emerso il secondo caso: un 14enne che, da quando aveva 11 anni, era finito nel mirino di una banda di violenti. Accusati degli atti persecutori cinque indagati, di età compresa fra i 15 ei 18 anni, destinatari delle misure (l’unico 18enne era minorenne all’epoca dei fatti).
Minacce e vessazioni sarebbero sfociate anche in una violenta aggressione fisica avvenuta nel settembre scorso, che avrebbe provocato alla vittima lesioni giudicate guaribili in 10 giorni.
Secondo la ricostruzione investigativa, la vittima sarebbe stata costretta a cambiare scuola nell’anno scolastico in corso e, durante la terza media, avrebbe addirittura manifestato la volontà di togliersi la vita pur di sfuggire all’incubo delle persecuzioni.
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