Un lungo applauso così è cominciata la cerimonia non religiosa per l’ultimo saluto al presidente onorario dell’Anpi, Antonio Amoretti, l’ultimo partigiano della Quattro giornate di Napoli. Tonino ‘O Biondo questo il soprannome di battaglia è scomparso ieri mattina all’età di 95 anni.

A settembre in occasione delle cerimonie pubbliche per l’anniversario delle Quattro giornate di Napoli quando il popolo partenopeo, senza l’aiuto di nessuno, cacciò via i nazisti ed i fastici della città in un suo intervento un lucidissimo Antonio Amoretti manifestò le sue preoccupazione per l’avanzare della destra destra in Italia.

Al Maschio Angioino, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi ha ricorda Amoretti: “Siamo qui per dare l’ultimo saluto ad Antonio qui, nella casa dei napoletani, nel luogo più importante dal punto di vista istituzionale di Napoli – spiega il sindaco Manfredi – Antonio è uno di quelli che ha difeso la nostra città. Le Quattro Giornate di Napoli del settembre 1943 sono state uno straordinario esempio di sollevazione popolare che ha visto insieme donne, uomini, ragazzi come era lui, persone più anziane, militari”.

“È stato un grande momento di riscatto della città. E i tanti anni nei quali è stato negato dalla storiografa il valore della Resistenza nel Mezzogiorno testimoniano ancora di più quanto il Sud e Napoli abbiano rappresentato un momento fondamentale nel riscatto del nostro Paese. Antonio è e sarà per tutti noi l’esempio di una comunità che ha avuto il coraggio di reagire”.
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