Rifiuti Italia-Tunisia: condannato a tre anni l’ex ministro dell’ambiente. La consigliera Muscarà denuncia: “Sono stata lasciata sola su questa storia in Regione Campania”

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La camera penale del Tribunale di primo grado di Tunisi ha condannato a tre anni di reclusione l’ex ministro dell’Ambiente tunisino, Mustapha Aroui, nel caso dei rifiuti domestici italiani gestiti dalla società campana, Sviluppo risorse ambientali, e poi esportati illegalmente da una società tunisina nel luglio 2020. Report ne aveva parlato nel servizio di Bernardo Iovene ‘Terra Felix’ nel maggio del 2021 e poi ripreso recentemente con una nuova puntata.

E sulla brutta storia da sempre è impegnata la consigliera regionale Maria Muscarà.

“Notizia di queste ore, dopo la rimozione dell’ormai ex ministro dell’Ambiente, il tunisino Mustapha Aroui, arriva anche la condanna con altri tre imputati a tre anni di carcere dal Tribunale di Tunisi. Condannato anche un ex funzionario del ministero a dieci anni di carcere. Uno scandalo questo dei rifiuti partiti dalla Campania che nessun consigliere mi ha aiutato a portare alla luce e a denunciare, fui lasciata sola ora arrivano le condanne in Tunisia, mentre in Italia ancora si dorme”.

Così, in una nota, il consigliere regionale Maria Muscarà.

“Il ministro che subito fu ‘deposto’ adesso si fa tre anni di carcere. Invece in Regione Campania, dove i dirigenti che dovrebbero occuparsi del corretto iter di esportazione rifiuti, lautamente pagati per questo, non sanno neanche mettere in atto la procedura corretta, tutto tace. Guai a dire a questo punto che la Tunisia abbia fatto meglio dell’Italia, molto velocemente ha trovato i colpevoli e concluso l’iter giudiziario – sottolinea – Qui in Italia passeranno anni prima di scoprire chi ha ‘distratto’ i dirigenti regionali, tanto da farli perdere nella procedura che era ben consolidata”.

“Per ora sappiamo solo, da notizie riportate dai giornali, che a risultare indagati sono il dirigente Antonello Barretta, oggi direttore generale del Ciclo integrato delle acque e dei rifiuti, che aveva autorizzato la Sra di Polla a spedire i container ricolmi di pattume dall’altra parte del Mediterraneo, e l’architetto Vincenzo Andreola, funzionario regionale che seguì l’intera procedura. Io voglio andare fino in fondo, certa che, anche questa volta i miei colleghi in consiglio, non appoggeranno le mie richieste di riportare giustizia anche in questa Regione come ci hanno insegnato in Tunisia” – conclude Muscarà-.

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