Stellantis decide di escludere altri 1600 lavoratori dello stabilimento di Pomigliano d’Arco dai contrattidi solidarietà per l’aumento dei volumi di produzione di Panda e Tonale.
Lo rendono noto Fim, Uilm, Fismic e Ugl al termine di un incontro con la direzione aziendale della fabbrica campana, sottolineando che con le nuove esclusioni “si registra lo stop definitivo del contratto di solidarietà sulle due dorsali produttive dei due modelli”.
Con il passaggio dal turno unico ai due turni della produzione del Tonale, infatti, ci sarà un incremento di volumi già dalle prossime settimane.
“La salita produttiva dello stabilimento di Pomigliano – ha spiegato Aniello Guarino, coordinatore del settore auto per la Fim di Napoli – garantirà una potenzialità produttiva complessiva di circa mille vetture al giorno con Tonale e Panda nei prossimi mesi”.
Secondo i sindacati, inoltre, l’azienda ha ufficializzato che i restanti lavoratori del sito logistico di Nola, a breve saranno coinvolti a Pomigliano.
“Abbiamo quindi chiesto all’azienda – concludono da Fim, Uilm, Fismic e Ugl – incontri mensili per monitorare l’inclusione del restante personale attualmente in Cds di Nola e Pomigliano nella piena attività lavorativa, per poi arrivare alla cessazione totale degli ammortizzatori sociali”.
Intanto, La Fiom di Napoli non ha sottoscritto le modifiche al contratto di solidarietà nello stabilimento Stellantis di Pomigliano, sottolineando che “anche se si tratta di una buona notizia, le nuove 1600 esclusioni dai Cds, non azzerano gli ammortizzatori sociali ma creano una nuova discriminazione con una fabbrica divisa tra lavoratori di serie A e serie B”.
“Queste modifiche all’accordo sui Cds – spiega Mario Di Costanzo, segretario organizzativo della Fiom di Napoli – sanciscono solo che sarà molto difficile azzerare gli ammortizzatori sociali, in quanto l’Ad dell’Alfa Romeo Imparato aveva dichiarato che con il doppio turno nella produzione del modello Tonale, obiettivo ormai raggiunto, sarebbero stati eliminati i Cds. Si sta quindi riproponendo, dopo 12 anni, la divisione della fabbrica in
lavoratori di serie A e serie B, con circa 1300 dipendenti che
resteranno con gli ammortizzatori sociali”.