Gennaro Panzuto, 46 anni, detto ‘Terremoto’, ex reggente del clan dei Piccirillo nella zona della Torretta, a Chiaia, e killer di fiducia del potente clan Licciardi dell’Alleanza di Secondigliano, una delle cosche camorristiche più feroci degli ultimi anni, diventa attore.
Nella sua nuova vita di influencer di successo sui social e in particolar Tik Tok ora c’è il cinema. Le doti non gli mancano considerando che i suoi video sul web fanno incetta di visualizzazioni.
Il film – informa lo spot che gira proprio sul profilo di Panzuto – s’intitola: ‘Nati Pre-giudicati’ e sarebbe imminente l’uscita nelle sale cinematografiche. Tutto parte con il “progetto rinascita“, grazie al quale il cast guidato dal regista Stefano Cerbone è riuscito ad entrare nelle scuole.
L’ex collaboratore di giustizia pare che interpreti il ruolo di un poliziotto. E vederlo nel mini spot indossare la pettorina della polizia, desta qualche perplessità.
È chiaro che si tratta di una forma artistica in cui il neo attore Panzuto legittimamente interpreta un personaggio.
L’uomo, collaboratore di giustizia fino al 2020, dopo una ventina di anni di carcere, era affiliato o meglio reggente del clan della Torretta dei Piccirillo. Un boss di spessore.
In una recente intervista a Giulio Golia delle Iene ha ricordato alcuni omicidi da lui commessi provocando accese reazioni non ancora sopite.
Da tempo Panzuto a modo suo è impegnato come ha più volte spiegato a “provare a far capire a quei giovani, che ora sono come ero io, che potrebbero diventare animali anche loro, e se riuscissi a salvarne qualcuno sarebbe come aver salvato me stesso. Vorrei essere un valore aggiunto per la società, non un valore personale. E quando morirò non lo farò da delinquente”.
Patrocinato dal Comune di Napoli, il film che uscirà nella primavera del 2023 sarà proiettato nei cinema delle principali città italiane.
“Forniremo a questi bambini la vera arma contro la disistruzione e distruzione della loro identità, ovvero la cultura. Vogliamo formare individui capaci di pensare e costruire consapevolmente il loro futuro e non la loro gabbia”.
È questo il messaggio che il film di Cerbone vuole trasmettere. Il film, ambientato nel quartiere Ponticelli di Napoli, è stato girato nel borgo di San Lorenzello, in provincia di Benevento.