Uccidono parente per indurre il ‘pentito’ a ritrattare, scattano tre arresti

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Sono gravemente indiziati dell’omicidio di Tammaro Solli, avvenuto a Villaricca, in provincia di Napoli, il 22 gennaio 1998, i tre presunti affiliati al clan Polverino, tutti già detenuti, ai quali i carabinieri del Comando Provinciale di Napoli hanno notificato nuove accuse e un’altro arresto ciascuno emesso dal gip di Napoli su richiesta della DDA.

Secondo gli investigatori i tre affiliati ai Polverino avrebbe commesso l’omicidio per conto di esponenti del clan Pianese D’Alterio di Qualiano al fine di costringere Salvatore Speranza, parente della vittima, affiliato al clan Nappo, anche questo di Qualiano, diventato collaboratore di giustizia, a ritrattare le dichiarazioni rese fino a quel momento all’Autorità Giudiziaria.

Solli venne individuato, dopo diversi sopralluoghi, a bordo di una Renault 5 dove venne raggiunto e ucciso dai numerosi colpi d’arma da fuoco esplosi dai killer.

L’autovettura e le armi utilizzate dai sicari vennero nascoste in un box nella disponibilità del clan Polverino. 

Le misure cautelari emesse dal gip di Napoli Maria Laura Ciolaro a Raffaele D’Alterio, 51 anni, detenuto nella casa di Reclusione “R. Morandi” di Saluzzo (Cuneo); Salvatore Liccardi, quasi 49 anni, detenuto nella casa circondariale di Rossano (Cosenza) e Giuseppe Ruggiero, 60 anni, detenuto nella casa circondariale di Roma-Rebibbia.

In questo procedimento sono risultati indagati anche i collaboratori di giustizia Roberto Perrone e Giuseppe Simioli, le cui dichiarazioni sono state riscontrate nel corso delle indagini.

Il gruppo di fuoco era composto da Ruggiero, Simioli e D’Alterio; Perrone, invece, fornì supporto ai killer dopo l’agguato e anche prima, aiutandoli a individuare la macchina a bordo della quale viaggiava Tammaro Solli.

A Licciardi, invece, venne affidato il compito di bruciare l’auto (un’Alfa 33) utilizzata per l’omicidio, nascondere le armi e fornire un’altra vettura per consentire la fuga dei sicari. Solli venne crivellato dai colpi dei killer la mattina del 22 gennaio 1998: fu ucciso mentre si trovava nella cosiddetta
“Rotonda di Maradona”, nel comune di Villaricca, in provincia di Napoli , a bordo della sua Renault 5.

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