Ancora in carcere Simone Isaia, il giovane clochard di 32 anni accusato di aver dato alle fiamme la Venere degli stracci dell’artista Michelangelo Pistoletto. Il giovane che ha un disagio psichico è rinchiuso nel carcere di Poggioreale sin dal 13 luglio 2023, un luogo non compatibile con la sua condizione di salute. Il 32enne ha bisogno di cure fuori dal carcere.
La casa circondariale di Poggioreale è la più affollato d’Europa. Un carcere con oltre duemila detenuti a fronte di una capienza di circa milleseicento con gravi problemi collaterali, come la cura della salute dei detenuti.
Non è possibile che un solo infermiere debba assistere fino a mille detenuti nella speranza che non si verifichino due o più criticità contemporaneamente.
Come non è possibile che ci siano solo 2 psichiatri che lavorano fino alle 16.00 e 4 psicologi dell’Asl, e 5 psicologi con contratti a tempo determinato che non garantiscono alcuna continuità assistenziale. Pochi, Troppo pochi per una popolazione carceraria di oltre duemila persone.
Simone Isaia è in una cella con altri sette detenuti. Una cella destinata per quattro. In una condizione psichica molto provata.
Ecco cosa denuncia Luigi Castaldo, segretario regionale del Consipe :“Il carcere napoletano conta 2000 detenuti, 500 oltre la capienza tollerabile, è dotato di un esiguo personale sanitario, e le difficoltà operative per il già risicato personale di Polizia Penitenziaria, costretto in molte occasioni ad operare in urgenza per ricoveri ospedalieri fuori sede, mettendo in discussione la sicurezza interna del penitenziario partenopeo. La grave carenza di organico sanitario e penitenziario, genera un mix esplosivo. Auspichiamo che i vertici della Sanità campana si rendano conto di cosa stiano gestendo e in quale struttura stanno operando: questa totale mancanza di preoccupazione è molto rischiosa per tutti” .
Continuiamo a chiedere il vostro sostegno e quello dei giornalisti affinché Simone Isaia sia tolto dal carcere e venga curato e rigenerato alla vita presso la Casa di Accoglienza della Pastorale carceraria di Napoli o in quella di Salerno.