Napoli piange il grande Luciano De Crescenzo

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Dopo la grave perdita di Andrea Camilleri, scrittore e tant’altro, oggi il mondo della cultura e in particolare Napoli piange un suo figlio illustre, Luciano De Crescenzo.

Un genio multiforme ingegnere, filosofo, sceneggiatore, regista, attore e scrittore che con i suoi libri ironici e dotti ha reso accessibile la filosofia, la storia e la scienza a tutti gli strati sociali. Ha sdoganato un certo modo di essere intellettuale.

Luciano De Crescenzo è scomparso a 90 anni al Policlinico Gemelli di Roma. Da tempo le sue condizioni di salute – lui che da anni soffriva di una malattia neurologica – non erano delle migliori. A portarlo via, le conseguenze di una polmonite.

Oltre cinquanta libri, 18 milioni di copie vendute nel mondo, di cui 7 milioni in Italia. Le sue opere sono state tradotte in 19 lingue e diffuse in 25 paesi. Per non parlare dei film indimenticabili come ‘Così parlò Bellavista’ (1984) e ’32 dicembre’ (1988).

All’inizio degli anni Ottanta scoprì la sua vera vocazione, quella di divulgatore, motivo per il quale, dopo l’immenso successo del suo libro d’esordio, “Così parlò Bellavista”, decise di intraprendere la carriera di scrittore.

Tante le opere ‘Oi dialogoi‘ del 1985, ‘Sembra ieri’ del 1997, ‘La distrazione’ del 2000) e opere di saggistica divulgativa ‘Storia della filosofia greca’, ‘Il pressappoco’ del 2007, ‘Il caffè sospeso’ del 2008, ‘Socrate e compagnia bella’ del 2009, ‘Ulisse era un fico’ del 2010, ‘Tutti santi me compreso’ del 2011, ‘Fosse ‘a Madonna’ del 2012, ‘Garibaldi era comunista’ del 2013, ‘Gesù è nato a Napoli’ dello stesso anno e ‘Ti porterà fortuna’ del 2014.

Luciano De Crescenzo era anche un personaggio televisivo e conduttore. Grande successo il programma ‘Zeus – Le Gesta degli Dei e degli Eroi’ sui miti e sulle leggende degli antichi greci.

Nelle sue passioni anche il cinema con il personaggio del professor Bellavista e recitando persino con Sophia Loren in ‘Sabato domenica e lunedì’ della Wermuller.

Sul grande schermo aveva però esordito come attore ne ‘Il pap’occhio’ (1980) nel ruolo del Padreterno, al fianco dell’amico Roberto Benigni e diretto da Renzo Arbore.

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