Pugno duro dopo la rivolta al carcere minorile di Nisida. Tensioni e liti con i detenuti africani

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Non si placano le polemiche dopo la nottata di violenze nel carcere minorile di Nisida. A scatenare le violenze, dove sono rimasti feriti anche quattro agenti penitenziari, sarebbero stati dei detenuti stranieri che da tempo si fronteggiano con un gruppo di napoletani. Una vicenda nota, infatti, da tempo i dirigenti dell’istituto minorile napoletano erano preoccupati per la convivenza di diverse etnie di origine africana all’interno del penitenziario.

In una nota congiunta i sindacati Uspp, Uil P.P. e Sinappe tornano a evidenziare che “sono troppi i detenuti stranieri provenienti dal nord Italia che stanno mandando in tilt il sistema penale minorile campano dove il ripetersi di eventi critici sta minando anche la riabilitazione degli altri detenuti minorenni presenti”.

Per i tre sindacati è giunto il momento “di togliere i benefici di legge a coloro che si rendono protagonisti di aggressioni ai danno dei colleghi a cui va la nostra solidarietà”.

Sulla stessa linea il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria con Federico Costagliola, coordinatore campano per il settore minorile: “Il carcere minorile di Nisida – ha detto – è stato, ieri sera, teatro dell’ennesima follia delinquenziale di due detenuti che hanno fatto veramente di tutto nella struttura detentiva per minori. Così non si può più lavorare”.

Intanto, a breve saranno adottati duri provvedimenti per i protagonisti delle aggressioni e dell’incendio delle celle da parte dei responsabili del penitenziario di via Coroglio.

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