Csm, l’ira funesta di Mattarella

Reading Time: 2 minutes Si abbatte sul Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati, finito nella bufera l’ira funesta del Capo dello Stato Sergio Mattarella che presiede l’organismo.

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Si abbatte sul Csm, l’organo di autogoverno dei magistrati, finito nella bufera l’ira funesta del Capo dello Stato Sergio Mattarella che presiede l’organismo. “Oggi si volta pagina nella vita del Csm. La prima di un percorso di cui non ci si può nascondere difficoltà e fatica di impegno. Dimostrando la capacità di reagire con fermezza contro ogni forma di degenerazione”.

L’ha detto con tono duro, forte e teso il presidente della Repubblica nel corso della riunione a Palazzo dei Marescialli. Un incontro straordinaria del plenum del Consiglio superiore della Magistratura convocato dallo stesso inquilino del Quirinale.

“Il saluto e gli auguri sono accompagnati da grande preoccupazione. Quel che è emerso, da un’inchiesta in corso, ha disvelato un quadro sconcertante e inaccettabile”.

Quanto avvenuto ha prodotto conseguenze gravemente negative per il prestigio e per l’autorevolezza non soltanto di questo Consiglio ma anche il prestigio e l’autorevolezza dell’intero ordine giudiziario; la cui credibilità e la cui capacità di riscuotere fiducia sono indispensabili al sistema costituzionale e alla vita della Repubblica”, ha aggiunto il presidente della Repubblica.

“Il coacervo di manovre nascoste – ha spiegato il capo dello Stato – di tentativi di screditare altri magistrati, di millantata influenza, di pretesa di orientare inchieste e condizionare gli eventi, di convinzione di poter manovrare il Csm, di indebita partecipazione di esponenti di un diverso potere dello Stato, si manifesta in totale contrapposizione con i doveri basilari dell’ordine giudiziario e con quel che i cittadini si attendono dalla magistratura”.

Mattarella ha anche aggiunto che “occorre far comprendere che la Magistratura italiana e il suo organo di governo autonomo, previsto dalla Costituzione hanno al proprio interno gli anticorpi necessari e sono in grado di assicurare, nelle proprie scelte, rigore e piena linearità”.

Per questo, ha continuato, “tengo a ringraziare il vice presidente, il comitato di presidenza e i consiglieri presenti per la risposta pronta e chiara che hanno fornito con determinazione, non appena si è presa conoscenza della gravità degli eventi”.

“La Costituzione prescrive che l’assunzione di qualunque carica pubblica – ivi comprese, ovviamente, quelle elettive – sia esercitata con disciplina e onore, con autentico disinteresse personale o di gruppo; e nel rispetto della deontologia professionale. Indipendenza e totale autonomia dell’ordine giudiziario sono principi basilari della nostra Costituzione e rappresentano elementi irrinunziabili per la Repubblica. La loro affermazione è contenuta nelle norme della Costituzione ma il suo presidio risiede nella coscienza dei nostri concittadini e questo va riconquistato. Potrà avvenire – e confido che avverrà – anzitutto sul piano, basilare e decisivo, dei comportamenti”, ha concluso il presidente della Repubblica.

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