Scuro in volto. Arrabbiato. Poco brillante nel comizio e visibilmente stanco. Pochi sorrisi e pieno di rancore.
Così si è presentato Matteo Salvini, il leader della Lega al giorno ufficiale dell’apertura della campagna elettorale del Carroccio per le elezioni regionali in Emilia Romagna dove la candidata unica del centro-destra è Lucia Borgonzoni.
Al PalaDozza di Bologna nonostante le truppe cammellate verdi hanno lavorato pancia a terra e spaccato il mondo non era pienissimo. Molti posti vuoti dei 5570 disponibili.
Per la verità non solo emiliani, per rimepire sono venuti sostenitori anche dalla Lombardia e da Varese.
Il leader ammette: “Non c’è il pienone, ma i centri sociali hanno bloccato i pullman. Ora dobbiamo liberare la Regione e tornare al governo”.
Salvini decisamente fuori forma non ha dato il meglio di se, appannato e scontroso, pochi sorrisi e molto contrariato. L’accoglienza a Bologna non è stata delle migliori.
La tensione era ai massimi livelli a parte i centri sociali e le realtà autorganizzate in piazza c’erano gli emiliani che hanno manifestato in modo massiccio e civile contro la Lega e una certa idea di politica. Una manifestazione imponente nei numeri e nella presenza.
Non sono mancati momenti di tensione con gli autonomi dei centri sociali che hanno cominciato il lancio di oggetti, bottiglie e fuochi d’artificio e le forze dell’ordine che hanno adoperato gli idranti per fronteggiarli.
In piazza Maggiore alla fine c’erano dieci mila ‘sardine’, un’onda che ha travolto lo stesso Salvini che non immaginava una mobilitazione così massiccia al grigo: “Bologna non si lega”.