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OCCORRE ESSERE eletti, costi quel che costi. Poco importa se i voti provengono dalla camorra, dalle clientele, dagli amici degli amici. Una volta conquistato lo scranno: l’ indennità, i privilegi e la buona uscita sono garantiti. Questo vale se si è eletti in Parlamento oppure in alcune Regioni. Lo scandalo c’è e si vede. Prendiamo il caso della Regione Campania. Se un consigliere finisce dietro le sbarre (cosa non molto rara) ed è ovviamente  impossibilitato ad esercitare il suo mandato e seguire i lavori dell’assemblea, delle commissioni e gli altri impegni istituzionali come per incanto continua ad incassare lo stipendio: sono circa 5mila euro lordi al mese di cui la metà netti e accreditati direttamente sul suo conto corrente.

Un’altra quota invece è destinata al vitalizio di fine legislatura e spiccioli in ritenute varie. Il brivido percorre la schiena. Lo stomaco gira. Lo schifo è totale. La galleria degli orrori comincia con Roberto Conte, politico non di primo pelo e noto alle cronache giudiziarie, eletto alla Regione con una lista civica di centro destra denominata “Alleanza di popolo” e costruita ad hoc.

Nonostante Conte fosse stato più volte già arrestato e condannato in primo grado a due anni e otto mesi per concorso esterno in associazione mafiosa e sospeso dai pubblici uffici per un anno e mezzo, finito sotto inchiesta per altre vicende è stato votato ed eletto  conquistando un posto al sole a palazzo Santa Lucia. Il consigliere è decaduto ma incassa sempre l’ assegnino della paghetta istituzionale.

E’ la legge che lo consente. Stessa storia per Alberico Gambino, eletto nel Pdl,  agli arresti domiciliari per collusione con la camorra per fatti di quando era sindaco di Pagani. Ogni  mese sul suo conto planano i soldini della Regione. Ultima faccia di bronzo è Enrico Fabozzi. Eletto con il Pd è finito dietro le sbarre a novembre scorso e pochi giorni fa è stato rinviato a giudizio.

La trama è sempre la stessa : intreccio tra politica e camorra. Anche per lui niente presenze in aula ma stipendio assicurato in automatico e senza nessuno che s’indigna o si strappa i capelli. Tanto pagano i conzi-cittadini-elettori. La Regione Campania ha una legge vergogna che nonostante arresti, condanne e interdizioni stabilisce che è diritto dell’eletto essere stipendiato. Altro che casta.

Il politico è  indegno? Il politico è tutt’uno con camorra? Il politico ruba? Non conta, l’indennità è sacra. A questo punto occorrerebbe  cambiare la normativa. Ci ha provato il Pd ma l’aula, non poteva essere diversamente, con voto segreto ha respinto a maggioranza la proposta. Insomma un sospiro di sollievo per molti. Una certezza per collusi, arrestati e fiancheggiatori: la paghetta è garantita fino al 2015.

Genny Attira

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