Ormai l’Associazione Museo del Vero e del Falso oltre ad essere un pilastro del Premio Nazionale Amato Lamberti – finanzia alcune borse di studio – incarna la lotta al falso attraverso la sensibilizzazione e la presa di coscienza che acquistare il falso risulta essere devastante per l’economia legale e mette a rischio gli stessi consumatori.
Luigi Giamundo è il presidente del Museo del Vero e del Falso e racconta quanto c’è ancora da fare per combattere la contraffazione e la sua subcultura.
“Il mercato della contraffazione è un business che contamina l’economia sana di questa nazione, strappando ogni anno milioni di euro dalle casse dello Stato e sottraendo migliaia di posti di lavoro. Obiettivo costante dell’Associazione è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’etica delle responsabilità civile, mostrando ai cittadini, soprattutto più giovani, i danni derivanti dall’acquisto di prodotti contraffatti, sia per le perdite economiche che per i rischi dei danni alla salute causati dalla tossicità dei materiali utilizzati nella produzione dei falsi” – spiega Giamundo -.
“È con questa premessa che già dalla prima edizione del Premio Nazionale Amato Lamberti, l’Associazione Museo del Vero e del Falso si impegna a donare ogni anno una delle borse di studio donate ai giovani vincitori”.
Presenti alla cerimonia tenutasi martedì 25 giugno nella Sala Giunta di Palazzo San Giacomo a Napoli, i vincitori Elena Ciccarello, Martina Panzarasa ex aequo per le tesi in dottorato e Edoardo Zuffada, laurea magistrale, il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, l’assessore alla Cultura Nino Daniele, il Procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo Federico Cafiero De Raho, il presidente del comitato scientifico e eurodeputato Franco Roberti, l’ex procuratore aggiunto di Napoli, Aldo De Chiara, il direttore responsabile del centro di produzione della RAI di Napoli, Francesco Pinto e la giornalista d’inchiesta e scrittrice Amalia De Simone.
Il Premio che ha raggiunto la sua sesta edizione, è indirizzato a giovani studiosi che attraverso le loro tesi, elaborano analisi sulla criminalità organizzata, sui traffici criminali, sulla corruzione e le economie globali, contribuendo quindi allo sviluppo della cultura del contrasto ad ogni forma di arroganza subculturale.
“Anche quest’anno abbiamo contribuito al Premio Amato Lamberti, per testimoniare il nostro impegno volto ad affermare il principio della legalità attraverso la lotta alla contraffazione ed alla concorrenza sleale; il rispetto delle regole è la precondizione per il regolare svolgimento dell’attività di impresa. La contraffazione ha assunto livelli preoccupanti; un cancro che si sta lentamente ed inesorabilmente incuneando nella nostra economia. Secondo i dati Ocse il 5% delle merci scambiate in Europa pari a 85 mld di Euro, sono contraffatte. In Italia ammontano a 7 mld di euro con una perdita di oltre 100 mila posti lavoro” sottolinea Luigi Giamundo.
“La regione più colpita da questo fenomeno è la Campania per la significativa presenza di attività manifatturiere; 200mila addetti nella filiera Tess/abb/calz/Concia. Tema delicato e complesso che va affrontato su vari livelli, quello normativo in sede Europea, quello repressivo già svolto egregiamente dalla magistratura e dalle forze di polizia, ma anche attraverso quello svolto dal Museo del Vero e del Falso con attività di sensibilizzazione, formazione ed informazione rivolte ai giovani ed alle famiglie.
Un percorso didattico conoscitivo per far conoscere la differenza tra i prodotti originali e quelli contraffatti ed informare dei danni derivanti dall’acquisto di prodotti di dubbia provenienza. Un progetto innovativo, primo in Europa, che nasce grazie alla collaborazione avviata dal sistema delle imprese e le istituzioni competenti in materia” – aggiunge -.
“Una sfida che parte da Napoli, una città che ha sempre esportato bellezza, arte e cultura ma che purtroppo negli ultimi anni è stata spesso indicata dai media come capitale del malaffare. Sono convinto che possiamo vincere questa sfida ma bisogna invertire la rotta e passare dal dire al fare, dalla fase delle analisi e delle diagnosi alle azioni concrete”.
“Condivido il pensiero e le affermazioni del Procuratore De Raho: avviare una collaborazione fattiva tra il sistema delle imprese ed istituzioni, espressione della capacità di condividere analisi e progetti di sensibilizzazione. Occorre far sentire forte la presenza dello Stato e le istituzioni vanno viste come alleati perché garanti della legalità, dello sviluppo del territorio” – conclude il presidente del Museo del Vero e del Falso – .