Roma reagisce. Una manifestazione spontanea e di solidarietà davanti all’ingresso della libreria ‘Pecora elettrica’ danneggiata da un attentato incendiario.
È il terzo raid che subisce lo spazio culturale e riferimento antifascista nella Capitale. Domani era prevista la riapertura dopo un altro incendio doloso messo a segno lo scorso 25 aprile.
Tanta gente che si è autoconvocata per lanciare un messaggio di resistenza contro l’onda nera che pare sommergere l’intero Paese.
Oltre alla pista di stampo ideologico c’è un’altra ipotesi degli inquirenti ovvero di una vendetta da parte degli spacciatori.
Quel luogo di cultura crea attenzione e aggregazione e disturba praticamente i traffici di venditori di droga. Nei locali è stato trovato liquido infiammabili e la carcassa di un motorino usato come ariete per accendere la miccia.
Continuano ad arrivare cittadini indignati e preoccupati dell’escalation criminale in cui è sprofondata Roma. Il clima è pesante.
Gli ultimi fatti di cronaca nera hanno fatto precipitare la Capitale nella classifica della percezione del rischio e della sicurezza pubblica. Roma fa paura. Troppa violenza e bande alla sbaraglio che anche per pochi euro possono arrivare addirittura ad uccidere.
È una vera e propria emergenza oggi culminata in un atto ritorsivo contro una libreria che tra mille difficoltà, la ‘Pecora elettrica’, tenta di fare cultura e tenere accesa una luce della speranza oltre le tenebre dell’ignoranza e dell’odio.