È giustizia per Attilio Romanò, vittima innocente di camorra: Marco Di Lauro condannato all’ergastolo

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Una ritorsione. Fu deciso : deve morire. La guerra è guerra. Un segnale agli scissionisti. Un attacco profondo e devastante.

Azioni collaterali. Pochissimo per entrare nel mirino: un assegno cambiato alla persona sbagliata, un cellulare e una sim venduti a un amico di un rampollo, un negozio d’abbigliamento preferito dai giovinastri che frequentano gente sbagliata.

Attilio Romanò

Basta un niente per diventare un obiettivo mobile dei killer della camorra. Guerra spietata tra il clan Di Lauro e gli Scissionisti. Questi ultimi decidono di ammazzare il titolare di un negozio di telefonia di corso Secondigliano.

È il 25 gennaio del 2005. Il ‘gruppo di fuoco’, una batteria di killer deve fare il morto, l’ordine è perentorio e viene direttamente dai mammasantissimi del clan di Paolo Di Lauro noto come Ciruzzo ‘o milionario. Fanno irruzione nell’esercizio commerciale e si trovano di fronte Attilio Romanò, fresco sposo, lavora lì ma non sa nulla di clan, camorra, boss, guerre e tarantelle.

Marco Di Lauro

Mario Buono detto ‘topolino’ (già condannato all’ergastolo in via definitiva) apre il fuoco senza sapere chi ha dinanzi. È una persona sbagliata. Attilio Romanò è investito da un raffica di proiettili. Non c’è neppure il tempo di soccorrerlo.

Sono trascorsi 14 lunghi anni. Dolore, rabbia, rancore e tanta, tanta voglia di giustizia. Stamane la svolta tanta attesa e desiderata.

La Corte di Assise Appello di Napoli ha condannato per l’omicidio Romanò al carcere a vita Marco Di Lauro. Il rampollo della cosca di via Cupa dell’Arco, catturato solo lo scorso marzo e ben dopo 14 anni di latitanza.

Cosimo Di Lauro

Con la sentenza di oggi, il tribunale riconosce in Marco Di Lauro il mandante dell’omicidio di Attilio Romanó, vittima innocente di camorra e coinvolto nella faida che fra il 2004 e il 2005 insanguinò la periferia settentrionale di Napoli.

Un ragazzo perbene ucciso per errore come spesso accade in questa terra maledetta. Le lacrime della mamma, della sorella di Attilio, della giovane vedova, dell’associazione familiari vittime innocenti, del coordinamento anticamorra, dei volotanri di Libera, dei rappresentanti istituzionali c’era l’assessore Alessandra Clemente, anche lei perse la madre, Silvia Ruotolo per una pallottola vagante nel corso di un conflitto a fuoco.

Paolo Di Lauro

È stato accertato che Cosimo Di Lauro, primogenito di Ciruzzo ‘ o millionario arrestato qualche giorno prima dell’agguato lasciò la decisione al fratello Marco. Lui ereditò il comando – una lista con gli obiettivi da colpire nella faida che segnò la scissione all’interno del clan Di Lauro -.

Il processo e la sentenza hanno stabilito che Marco Di Lauro proseguì la strategia del terrore. Era il culmine dello scontro con gli Amato-Pagano che ormai si erano già impossessati dei canali si spaccio e puntavano alla distruzione delle postazioni dei Di Lauro.

F4 così indicato Marco Di Lauro nei rapporti investigativi doveva dare un segnale: anche se i capi della famiglia venivano arrestati, il clan continuava a combattere e dimostrare che, i Di Lauro quella guerra volevano vincerla. Cosimo Di Lauro a fine del primo grado venne assolto.

La sentenza certifica che ad ordinare quell’agguato di guerra fu Marco Di Lauro per colpire gli scissionisti e in particolare Rosario Pariante, esponente di un gruppo dell’alleanza.

Napoli dimostra di aver resistito, di avere anticorpi anticamorra, di non subire ma di metterci la faccia e mandare all’ergastolo a vita i camorristi.

Prima o poi finiranno queste storiacce di camorra, nulla è ineluttabile, è un fenomeno umano e come tale – ricordava Gioanni Falcone a proposito della mafia – ha un inzio e avrà una fine.

Sangue innocente non versato invano, la camorra è una montagna di merda.

Arnaldo Capezzuto

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