Ex medico di Maradona: “Diego poteva salvarsi”

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I motivi per indagare ci sono tutti. Sara’ stata anche una morte per cause naturali, ma nella morte del “Diez” c’e’ tanto altro secondo lo storico medico di famiglia di Diego Armando Maradona, Alfredo Cahe. Per il dottore che lo ha seguito per 33 anni, i capi d’accusa su cui gli investigatori stanno lavorando sono piu’ che fondati, perche’ dietro il decesso del Pibe de Oro c’e’ “negligenza, incoscienza e inesperienza”.

Lo dice Cahe in un’intervista rilasciata a Radio Rivadavia e riportata dal sito del quotidiano argentino Ole’.

“Le condizioni di Diego non erano tali da giustificare le dimissioni dalla clinica e successivamente non e’ stato neanche controllato come si doveva”, ha dichiarato il dottor Cahe che, ricorda Ole’, e’ stato l’uomo che ha guidato la riabilitazione dalle dipendenze dell’ex fuoriclasse dell’Albiceleste quando si era trasferito a Cuba.

“Nei giorni successivi alle dimissioni, dopo l’intervento chirurgico alla testa subi’to, Diego aveva bisogno di un controllo costante e continuo e non ho visto tutto questo. Non e’ stato curato adeguatamente. Sarebbe dovuto restare in ospedale, non in una casa che non era preparata alla sua degenza”. 

“Sono ancora sotto shock. Sono stato 33 anni con Diego, di alti e bassi ne abbiamo avuti tanti, ora e’ morto in maniera insolita e io cerco di capire perche’ e cosa sia accaduto veramente”, ha aggiunto Cahe. In tanti vogliono vederci chiaro.

E mentre c’e’ un continuo scambio di accuse e vengono fuori discorsi sull’eredita’, le indagini vanno avanti. Secondo il quotidiano “La Nacion”, non appena verranno completati gli studi tossicologici sul sangue e sulle urine di Maradona e sara’ portata a termine l’analisi della documentazione sequestrata al neurochirurgo Leopoldo Luque e alla psichiatra Agustina Cosachov, ritenuti i responsabili dell’assistenza sanitaria di Diego, i procuratori che si stanno occupando dell’inchiesta hanno intenzione di istituire “una commissione medica” che avra’ il compito di stabilire se l’ex capitano del Napoli ha ricevuto “le cure sanitarie adeguate”.

La conferma, spiega La Nacion, arriva da chi sta portando avanti le indagini. “Entro i prossimi 10 o 15 giorni potrebbero esserci i primi risultati sui campioni di sangue e urina prelevati durante l’autopsia”, ha detto al quotidiano argentino una fonte. 

Nove giorni prima della morte di Maradona, la psichiatra aveva prescritto una serie di farmaci che in genere vengono somministrati ai pazienti con dipendenza da alcol, sintomi depressivi e ansia. Gli esami tossicologici diranno se Maradona ha consumato alcol, droghe o qualsiasi altra sostanza nelle ore precedenti la sua morte.

Ci si soffermera’ anche sulle condizioni del cuore. Le indagini sono condotte dal procuratore generale di San Isidro, John Broyad, dai suoi due vice, Cosme Iribarren e Patricio Ferrari, e dal procuratore di Benavidez, Laura Capra.

La Nacion ricorda che dopo le perquisizioni effettuate negli studi medici di chi ha seguito Maradona, un componente della squadra di investigatori ha definito come “assolutamente negligente”, l’assistenza medica, proprio come, nell’intervista a Radio Rivadavia, sostiene il dottor  Cahe.

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