Sei mesi per tracciare e svelare le nuove modalità di spaccio della droga a Napoli. Le feritoie, i nascondigli, le vedette, l’approvvigionamento e poi la vendita al dettaglio con condomini presi in ostaggio. Tutto rischioso e pericoloso. Meglio riorganizzare il ‘sistema’, con i gestori manager, si tratta di una famiglia, che ha inventato il delivery dello spaccio. Un modo per non correre rischi e fideilizzare maggiormente i clienti con la vendita su appuntamento. Oltre mezzo milione di euro l’anno. In pratica la gallina dalle uova d’oro.
Indagini del commissariato ‘Secondigliano’ insieme ai colleghi della Squadra Mobile sui gestori della piazza di spaccio di San Pietro a Patierno e i collegamenti con il clan della ‘Vanella Grassi’. Sei mesi di intensa attività condotta non solo con servizi di controllo del territorio ma anche servendosi di intercettazioni telefoniche e di microcamere posizionate in punti strategici hanno permesso di svelare anche il particolare funzionamento della piazza di spaccio, al cui vertice c’era un intero nucleo familiare.
Alla guida del gruppo di spacciatori, infatti, vi era Salvatore Romano, alias ‘Totore Marlboro’, sua moglie, Giuseppina Esposito e il loro figlio Daniele, quest’ultimo indicato dagli stessi investigatori come la vera mente dell’operazione criminale. Insieme a loro, a finire in manette, anche due gregari, Cristofaro Alfano e Antonio Russo mentre altre cinque persone sono formalmente indagate a piede libero.
Un’indagine complessa, quella avviata dai ‘fantasmi’, soprannome con cui sono conosciuti gli investigatori del IV Distretto negli ambienti della mala secondiglianese che ha avuto inizio circa sei mesi fa quando sono cominciate a circolare le prime notizie sul base di spaccio.
Da Casoria a Calata Capodichino, dal Rione Berlingieri al Vasto e finanche a Poggioreale, l’organizzazione serviva decine di clienti, molti dei quali, come scoperto grazie dalle intercettazioni, veri e propri insospettabili, una clientela selezionata per mrce di qualità e in particolare cocaina purissima e tempi di consegna sempre rispettati con il servizio di delivery.
A smistare le richieste un centralista che, poi, provvedeva a incaricare i vari spacciatori delle consegne, dopo aver comunicato l’indirizzo del cliente.. A rifornire l’organizzazione i depositi della ‘Vanella Grassi’ mentre i pushercon auto o scooter distribuivano le dosi e consegnavano l’incasso alla base di San Pietro a Patierno.
Le indagini hanno documentato una media di circa cento consegne al giorno per decine di dosi il cui prezzo al dettaglio variava dai venti ai cinquanta euro.La polizia oltre agli arresti, ha portato anche al sequestro di un ingente somma di denaro, circa diecimila euro in contanti, e di un sofisticato sistema di videosorveglianza posto a guardia della piazza.