Una domenica delle Palme triste. Don Vittorio Siciliani, per 50 anni parroco della chiesa della Resurrezione nel cuore del rione Monterosa tra Secondigliano e Scampia è scomparso.
Un sacerdote-sarcedote non un impiegato della sacrestia oppure un burocrate del Vangelo ma un testimone tra i poveri, tra gli ultimi tra chi non ha mai avuto niente. Tutti ricordano i presepi di denuncia contro il potere e la camrra realizzati da Don Siciliani.
Don Vittorio Siciliani è stato da sempre impegnato contro la camorra: dal pulpito ogni domenica ma anche in sagrestia con i suoi fedeli denunciava il bene contro il male che a Scampia vuol dire clan, camorra, killer, armi, violenza.
Denunce con nomi e cognomi che in molti casi hanno avuto anche gravi conseguenze come quando don Siciliani fu aggredito in chiesa.
La sua atenzione alle famiglie indigenti e lo sguardo rivolto alla luce che emanano i giovani. Tante le generazioni cresciute grazie a lui nei valori cristiani e senza prendere brutte strade.
In quartieri emarginati, abbandonati e privi di tutti i servizi don Vittorio è stato un faro. Tante le attività dedicate ai giovani: sport, teatro, musica, oratorio, doposcuola, condotte in parrocchia e nell’Oasi del Buon Pastore.
Sempre in prima linea dal dopo terremoto del 1980, alla disoccupazione giovanile, allo spaccio di droga, alla faida di Scampia, senza mai far mancare il suo esserci tra la sua gente.
Proprio per il suo impegno a favore dei più fragili era stato testimonial della campagna per l’8 per Mille alla Chiesa Cattolica. Presso la Curia di Napoli aveva ricoperto l’incarico di membro della Commissione Diocesana per l’Arte Sacra e i Beni Culturali.
Nel maggio 2017, per raggiunti limiti d’età, aveva lasciato la guida della comunità a don Franco Del Vecchio, il parroco scomparso a 55 anni, il 9 febbraio scorso, pur continuando a far sentire la propria presenza in parrocchia anche attraverso le celebrazioni. Al suo posto il cardinale Sepe aveva nominato come parroco, il decano don Francesco Minervino.