Stop per tre anni nel centro storicoa nuovi bar e pizzetterie. E a San Gregorio Armeno ci saranno solo botteghe per la lavorazione artiginale e vendita di solo presepi.

“Vogliamo che la nostra città conservi le sue caratteristiche e non si creino quei fenomeni distorsivi che ne modificano la natura. Modificare la natura di Napoli significa non solo perdere la sua identità, ma anche perdere la sua attrattiva”.
Spiega il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, illustrando i provvedimenti a tutela del centro storico sito Unesco, in particolare lo stop all’apertura di nuove attività di food e friggitorie per tre anni.

Insomma, blocco triennale per l’apertura di ulteriori attività di somministrazione di alimenti e bevande nell’area del centro storico Unesco di Napoli.
Decisione adottata dall’amministrazione comunale per salvaguardare le aree ad alto valore archeologico, storico, artistico e paesaggistico e a tutela delle attività tradizionali e della qualità di vita dei residenti: la misura è stata adottata dal Comune d’intesa con la Regione e le associazioni di categoria, e in accordo con la Soprintendenza.

“Non vogliamo fare commercio delle licenze ma tutelare la città. Se uno chiude, un altro può riaprire. Purché svolga analoga attività” – sottolinea Manfredi -.
Un provvedimento che regola e impone una cornice precisa a quei territori che ricadono nell’area Unesco. La stessa decisione non è stata potuta essere adottata per via San Sebastiano e Port’Alba perchè è tardi “i venditori di strumenti musicali non ci sono più, le librerie sono ormai poche” chiarisce il primo cittadino.
Mentre l’assessore al turismo Teresa Armato aggiunge “A San Gregorio Armeno si possono vendere solo pastori e presepi. È la strada artigianale più famosa al mondo ed è giusta tutelarne l’identità e la tradizione. Dobbiamo vincolare quello che c’è: per il momento abbiamo ‘salvato’ i pastori”.
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