Commozione, turbamento e tanto, tanto rimpianto. Sono i sentimenti che hanno vissuto ieri pomeriggio le oltre 300 persone ch ehanno partecipato al concerto in onore di Giovanbattista Cutolo.
Il primo brano eseguito dalla la Nuova Orchestra Scarlatti è una composizione di Bach per quattro fiati scritto direttamete dal musicista 24enne, ucciso all’alba del 31 agosto scorso, per mano di un 17enne.
Tanta commozione, Giogiò suonava il corno e aveva mosso i primi passi appena 14enne nella Scarlatti Junior e Young per poi passare alla senior. E ieri pomeriggio gli è stato dedicato un concerto alla sua memoria presso il Cortile delle statue dell’Università Federico II.
Particolarmente emozionato Denis, il maestro di corno che ha insegnato a Giovanbattista tutti i segreti dello strumento che tanto amava. I suoi amici e colleghi con il maestro Gaetano Russo hanno ricordato di Giogiò il suo carisma, gioia e talento visbile e contagioso.
Si, perchè come ripete Daniela Di Maggio e Carlo Cutolo, i genitori di Giovanbattista, lui era una persona che emanava bellezza, amore e amicizia.
Uno striscione ‘Giovanni vive’ è stato steso davanti all’orchestra. Come ha ripetuto don Mimmo Battaglia, il vescovo di Napoli, nel corso della sua omelia : “Giogiò non è morto, dall’alto veglia ed è accanto alle persone che vuole bene”.
E il rettore della Federico II Matteo Lorito, visibilmente turbato spiega: “Da questo cortile parte un urlo che passa attraverso gli strumenti di questi magnifici giovani”.
Chiamato sul palco è toccato al sindaco Gaetano Manfredi dire: “Per me è complesso parlare, Russo venne da me quando ero rettore a chiedere spazi; ospitammo la Nuova Scarlatti a San Marcellino, vedo ora uomini che ho conosciuto da bambini. Giogiò era impossibile non notarlo, alto come era”.
E poi un suo ricordo personale: “Oltre a essere un ottimo musicista era una persona speciale, impegnato; perderlo è una ferita aperta per la città”.