Osservavano, studiavano e progettavano. Nel mirino della banda del buco era finita l’Apple Store di piazza Carità a Napoli a pochi metri dalla caserta dei carabinieri della Pastrengo che a giorni sarebbe stato approvviggionato dell’ultimo modello di iphone. Merce prelibata che nell’avvicinarsi delle festività natalizie avrebbe sicuro trovato numrosi acquirenti. Ma prorio i militari dell’Arma li tenvano d’occhio e li monitoravano con vari stratagemmi come ad esempio mimetizzati da semplici cittadini che portano a spasso i cani.
“Abbiamo quasi fatto là… un magazzino enorme, 5-600 telefoni”, dice uno dei ladri in un colloquio intercettato dai carabinieri. Il colpo era preparato nei minimi dettagli, passando sotto le fogne i ladri avrebbero avuto accesso al deposito sotterraneo dell’Apple Store ma qualcosa va storto. Rubavano tutto ciò di trend che poteva essere rivenduto a prezzi leggermente più bassi del negozio, l’importante che dovevano essere originali.
Capi di abbigliamento, scarpe, cellulari, opere d’arte ma anche attrezzi da lavoro e catalizzatori d’auto, insomma, una ‘banda del buco’ che differenziava i furti. A farne parte sarebbero state 14 persone, di cui per nove sono state notificate misure cautelari. A far scattare le indagini due furti: il primo in un noto negozio di abbigliamentodove la banda ha trafugato scarpe e abbigliamento per 173mila euro; il secondo alla biblioteca storica dell’ex complesso ospedaliero Gesù e Maria dove sono stati fatti sparire oggetti d’interesse storico-culturale, tra cui una statua, cimeli e testi antichi.
Nell’ordinanza del gip di Napoli Giovanni Vinciguerra si spiega come i componenti della ‘banda del buco’ erano dotati di un’impressionante “scaltrezza, l’elevata professionalità e la spregiudicatezza degli appartenenti all’associazione” ma non solo anche la conoscenza tecnologica.
A far partire l’indagine sono stati i condomini di un palazzo che hanno scoperto come attraverso un tombino che si trova nell’androne dell’edificio, i ladri si introducevano nel sottosuolo spacciandosi per operai.