È accaduta l’apocalisse a Vittoria in provincia di Ragusa in Sicilia.
Dov’è il ministro dell’Interno Matteo Salvini? Perché non si è recato immediatamente nella piccola cittadina siciliana ed ha presieduto il Comitato per l’ordine e la sicurezza tra l’altro di un comune sciolto per infiltrazione mafiosa e commissariato?
Perché nessun esponente del ‘governo del cambiamento’ ha presenziato ai funerali del piccolo Alessio? Dov’è l”avvocato del popolo’, Giuseppe Conte? Dov’è Luigi Di Maio?
Dov’è lo Stato in Sicilia? Il capo del Viminale e’ impegnato nella guerra all’immigrato, allo straniero, al diverso e non può andare in Sicilia.
Mentre racconta bugie su esponenti della Lega collegati al Cremlino per intascare presunti finanziamenti, mentre chiacchiera a favore di telecamera, c’è un pezzo d’Italia che muore.
Perfino Antonio Gava, siamo nella prima e degenerata Repubblica, quando ricopriva il ruolo di ministro al Viminale era più credibile, avveduto e istituzionale di Salvini.
A Vittoria come denuncia il cronista Paolo Borrometi lo Stato non c’è, tutto gira attorno alle cosche della mafia.
Rosario Greco, 37 anni, è l’uomo che alla guida del Suv ha falciato la vita dei due cuginetti Alessio e Simone, 11 e 12 anni, che erano seduti sui tre gradini dell’abitazione, fronte strada, a giocare con uno smartphone.
L’auto impazzita sbanda, Greco oltre ad essere ubriaco aveva assunto cocaina – prende in pieno quelle due anime innocenti.
Nell’auto ci sono altre tre persone che come per Greco sono collegate a cosche malavitose. Addirittura la ditta delle pompe funebre che si e’ occupata delle esequie di Alessio orbiterebbe vicino a un clan di cui farebbe parte un occupante del Suv assassino.
Alessio muore sul colpo mentre Simone è prima sottoposto a un delicatissimo intervento: gli vengono amputate entrambe le gambe. Una speranza di sopravvivenza che si scioglie come neve al sole: mentre si celebravano i funerali di Alessio, muore anche Simone.
Dramma, tragedia, orrore. La chiesa di San Giovanni, si è ammutolita. Poi il passaparola e il pianto collettivo. Simone è morto.
“Quando ho saputo di questa tragedia – dice monsignor Carmelo Cuttitta – non ho trattenuto le lacrime, lo confesso”.
Da venerdì mattina il dodicenne, che aveva perso le gambe, quasi del tutto tranciate nel terribile impatto, era ricoverato nel reparto di terapia intensiva neonatale del policlinico di Messina dove era stato trasferito con in elisoccorso.
“Al suo arrivo avevamo già giudicato le sue condizioni gravissime. Abbiamo tentato in tutti i modi di salvarlo, ma ogni terapia non è bastata a farlo rimanere in vita. Siamo rammaricati”, afferma Eloise Gitto, direttrice del reparto.
Disperazione, pianti, urla è una tragedia immane. Il disorientamento è totale. Un appello è stato rivolto anche dai commissari straordinari del comune sciolto per mafia a luglio scorso, Filippo Dispenza, Giovanna Termini e Gaetano D’Erba.
“Il nostro augurio – dicono – è che da questa immane tragedia che ha colpito l’intera comunità di Vittoria, e nel ricordo perenne di Alessio e Simone, possano partire un grande riscatto ed un’autentica rinascita della città, a cui devono partecipare tutte le forze sane di Vittoria. Confidiamo che una giustizia rapida ed efficace possa lenire l’incredibile dolore dei genitori e di tutti i familiari delle due vittime”.
E poi il giornalista Paolo Borrometi che in questa vicenda si è speso molto denunciando l’appartenenza del conducente del Suv e dei tre passeggeri alle cosche sottolinea : “Spero che questa immane tragedia possa far comprendere ai cittadini che non si deve mai piegare la testa. Adesso è il momento di liberare Vittoria”, scrive il giornalista sotto scorta.
Leggi anche È morto anche Simone
Leggi anche Falciati dal suv
Arnaldo Capezzuto