Pizzo via WhatsApp, un ragazzino vittima delle pretese dell’estorsore

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Estorceva il pizzo a un ragazzino via WhatsApp. La storia è cominciata nel 2015 e proseguita dal mese di settembre 2018 al mese di febbraio 2019.

Continue estorsioni e richieste che complessiva hanno portato nelle tasche dell’estorsore, con pagamenti mensili, circa 16mila, vari oggetti in oro e due smartphone, il tutto sottratto dall’attività commerciale dei familiari della vittima.

Una storiaccia verificatasi a Montesarchio nel beneventano e che vedevano protagonista un pregiudicato 20enne che aveva sotto ricatto un giovane del luogo.

Le indagini coordinate dalla Procura della Repubblica di Benevento ed eseguite dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Montesarchio (BN) hanno consentito di accertare che il pregiudicato richiedeva somme di denaro, sotto minaccia, contattando la vittima via WhatsApp.

Il malfattore utilizzava il termine ‘bollette’ per indicare il numero delle centinaia di euro che la vittima avrebbe dovuto consegnargli e che in alcune occasioni lo aveva bloccato all’uscita da scuola trascinandolo per il braccio contro la sua volontà sul retro dell’istituto scolastico, in un luogo isolato.

Un incubo durato molti mesi anche perché il ragazzo sotto estorsione si è isolata e non ha confidato a nessuno quanto gli accadeva.

Poi la decisione di rivolgersi ai militari dell’Arma e raccontare tutte le peripezie subite. Da qui le indagini e l’arresto del pregiudicato.

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