“Vi dovete mettere in regola altrimenti qui il cantiere lo chiudete”. Queste le parole pronunciate al titolare di una ditta che stava lavorando alla ristrutturazione del Palavesuvio di Ponticelli. Pronta e ferma la reazione con la denuncia dettagliata di ciò che era accaduto.
Neppure qualche settimana e i due malviventi che aveva chiesto con la forza dell’intimidazione il pizzo sono finiti dietro le sbarre con accuse pesantissime.
La polizia ha dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa il 7 ottobre 2019 dal G.I.P. del Tribunale di Napoli, nei confronti Salvatore Belpasso, 44 anni, e Antonio Assante, 48 anni, accuati di tentata estorsione e, in concorso, di violenza privata, con l’aggravante dell’associazione.
Grazie alla denuncia nel mese di maggio del procuratore di una società appaltatrice dei lavori di ristrutturazione, da eseguire in occasione delle Universiadi di Napoli 2019, del complesso sportivo Palavesuvio di Ponticelli, che riferiva come al cantiere della società si erano presentati due persone che mediante minacce avevano intimato agli operai di sospendere i lavori al fine di costringere a corrispondere una somma di danaro non quantificata.
Le indagini coordinate dalla D.D.A di Napoli e condotte dalla Squadra Mobile – Sezione Criminaità Organizzata hanno permesso di individuare in Assante e Belpasso gli autori dell’episodio.
I due malviventi apparterrebbero al clan Aprea – De Luca Bossa – Minichini, operante nei quartieri di Barra, San Giovanni a Teduccio e Ponticelli e quidi hanno agito di avere agito per favorire l’organizzazione camorristica.
Le attività investigative, inoltre, hanno consentito di acquisire univoci e concordanti elementi di responsabilità a carico di Belpasso in ordine ad un tentativo di estorsione ai danni di due società consorziate appaltatrici dei lavori di rifacimento delle coperture e di rimozione dell’amianto sul cantiere “Eav” (ex circumvesuviana) di Ponticelli, denunciato in data 8 maggio dagli amministratori delle citate società.
Le indagini, inoltre, hanno consentito di accertare che un individuo, identificato in Belpasso, in data 6 e 7 maggio 2019 si era presentato presso un cantiere delle citate società nel quartiere Ponticelli ed aveva intimato al capocantiere di riferire ai responsabili della ditta di presentarsi “agli amici di Barra”.
A Belpasso è stato contestato il reato di tentata estorsione con l’aggravante di essersi avvalso delle condizioni di cui all’art.416 bis c.p., in particolare della sua appartenenza al clan Aprea – De Luca Bossa – Minichini.