Aveva una chat sul cellulare con foto e filmati nazisti e di pedofilia. I genitori del 13enne nonostante erano molto attenti e spesso controllavano lo smarthone non si sono accorti di nulla.
Sono stati i carabinieri di Torino alle 5 del mattino a bussare alla porta di casa, il papà è letteralmente caduto dalle nuvole ha letto il decreto di perquisizione e gli è cascato il mondo addosso: il figlio è considerato uno degli amministratori del gruppo “The Shoah Party”.
Alla chat avevano accesso molti ragazzi con un’età intorno ai 13 anni e il più grande aveva 19 anni. Il genitore ha dichiarato che il ragazzo non si è proprio reso conto della gravità del fatto e ha vissuto tutto come un gioco.
Il 13enne sarebbe entrato a far parte della chat tramite instagram, da lì si accedeva poi al gruppo su whatsapp.
Aveva installato una funzione che gli permetteva di non scaricare sul telefono quello che vedeva. Era praticamente una chat silenziata.
A parte le pesantissime consegueze penali c’è da riflettere sul fenomeno in espansione del cyberbullismo. Le indagini vanno avanti per capire chi si nasconde dietro alla chat.