Giovanna Proietti è la mamma di Valerio Del Grosso, appena 21 anni, che ha piantato a bruciapelo una pallottola in testa a Luca Sacchi, 24 anni.
Betania, invece, è la madre di Alejandro Augusto Stephan, 31 anni, l’uomo che è entrato nella Questura di Trieste si è impossessato di una pistola ed ha ammazzato gli agenti Matteo Demenego, 31 anni e Pierluigi Rotta, 34 anni.
Due madri con la disperazione addosso, la rabbia nel cuore. Due donne travolte e distrutte dal dolore che non appena hanno intuito o sospettato che i loro figli avevano fatto qualcosa di illegale, di grave, non hanno indugiato un attimo e li hanno denunciati mettendoci la faccia e implorando perdono.
Lacrime vere, dolore immane e l’abbraccio ideale con le madri delle vittime dei loro figli aguzzini.
Giovanna è una madre normale come tante, ha educato i suoi quattro figli al rispetto delle regole, all’educazione, non ha sottostato mai ai ricatti e laddovè ha notato stranezze o comportamenti strani subito si è trasformata in un detective per stanare le strane amicizie o le brutte frequentazioni.
Non è bastato educare e far crescere Valerio in un ambiente familiare sano, pulito, distante dalle brutture quotidiane. Quel figlio è stato sempre ribelle e amante del buio.
Da mercoledì notte da quando quel povero ragazzo è stato ammazzatto brutalmente, Giovanna viveva un incubo. Nulla sapeva e nulla conosceva di questa tragica storia. Ma è stata presa come da un presentimento, una veggenza. Giovanna non aveva più notizie di suo figlio. Per 48 ore lo ha cercato insieme al marito e gli altri figli ma nulla.
Il ‘suo’ ragazzo era come svanito nel nulla, inghiottito nelle tenebre in cui si è ricacciato. È bastato poco. Quando ha saputo dov’era ha capito tutto. Non poteva accettarlo. Un figlio assassino, mai. Non ci ha pensato su due volte.
Giovanna, è entrata nel commissariato San Basilio con le lacrime in gola, la tachicardia a mille, il respiro che le mancava e guardando negli occhi l’agente ha detto: “Credo che Valerio abbia fatto una cazzata”, ha sussurrato sorretta al figlio maggiore, Andrea. In un istante la sua vita e quella della sua famiglia si è sgretolando, un colpo di vento e il castello di sabbia è crollato, solo macerie.
Quattro figli tirati su con sacrificio e dando ogni santo giorno l’esempio. Il lavoro, la fatica e mai il passo più lungo della gamba. Una famiglia felice. Nesuno ci crede: Valerio, il bravo ragazzo con la pistola addosso e il colpo in canna.
Non ha indugiato un attimo: vedendosi Luca Sacchi addosso ha estratto l’arma ed ha esploso un solo colpo alla testa. Inaudito, inimmaginabile, choccante. Proprio Valerio, il figlio più debole, quello più ribelle, quello che si andava a mettere sempre nei guai è stato seguito, aiutato, coccolato da mamma Giovanna.
E perfino quando dello studio proprio non né voleva sapere è stata lei a sostenerlo, aiutarlo e con le mollichine farlo diplomare all’alberghiero. Anche quando ha messo incinta una ragazza Giovanna non si è posta alcun problema l’ha accolto e ricavato nella sua abitazione una micro casa per la nuova famiglia. Poi il rapporto è naufragato e Valerio si è scagliato contro la sua compagna aggredendola.
Un colpo durissimo per mamma Giovanna e lei andava oltre. La sua energia è e forse era la sua famiglia. Affiatata e felice nonostante i rischi che tutti corriamo nel mare aperto e a tratti agitato della navigazione della vita.
Non ha alzato lo sguardo un attimo dagli occhi dell’agente del commissariato San Basilio e ha detto: “Valerio è meglio che stia in galera e non tra gli spacciatori”.
Giovanna è una vera madre, nessuna increspatura nella voce, parole affilate, ferme, dirette e senza indulgenza tanto da colpire per determinazione e forza perfino i poliziotti che negli anni ne hanno viste davvero tante.
Giovanna è madre come è madre Betania che ai cari dei due agenti uccisi da suo figlio con la voce ostacolata dalle lacrime ha sussurra con il dolore addosso: “Mi dispiace tanto, non so come chiedere perdono a queste famiglie. Prego Dio che dia loro pace e che un giorno possano perdonare”.
Arnaldo Capezzuto