Apparecchiature distrutte e pazienti trasferiti. La furia della famiglia del 15enne ucciso – pare in un tentativo di rapina ad un carabiniere – si è abbattuta sul pronto soccorso del Vecchio Pellegrini.
È qui che è giunto l’adolescente in condizioni disperate dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola sparato dal militare dell’Arma.
Familiari, parenti amici si sono precipitati nel nosocomio della Pignasecca e non appena hanno saputo della morte del giovane, la rabbia si è scatenata in violenza cieca e disperata.
“Questa notte, dopo il decesso di un sedicenne arrivato in pronto soccorso con ferita da arma da fuoco, il pronto soccorso del presidio ospedaliero dei Pellegrini è stato devastato dai familiari e amici del ragazzo”.
“Un fatto gravissimo per il quale esprimo solidarietà a tutti i nostri dipendenti che ancora una volta sono stati vittime di insulti e minacce, e ancora una volta hanno continuato, nonostante tutto, a prestare assistenza ai pazienti”.
A stigmatizzare con forza quanto avvenuto nel corso della notte è il direttore generale dell’Asl Napoli 1 Centro Ciro Verdoliva.
”Sono stato costretto – dice – a chiudere il Pronto Soccorso. Quanto è accaduto ha di fatto creato condizioni che impediscono lo svolgimento delle attività assistenziali di emergenza in condizioni di sicurezza, sia per i pazienti che per gli operatori”.
Dalle 7.30 l’Asl Napoli 1 Centro ha dovuto dichiarare la sospensione del servizio di pronto soccorso al presidio ospedaliero dei Pellegrini, iniziando contestualmente il trasferimento di otto pazienti presenti al Pronto Soccorso nei reparti dello stesso presidio ospedaliero ovvero – con ausilio del Servizio 118 – in altri ospedali cittadini.
Vista l’importanza che tale Presidio Ospedaliero riveste nell’ambito della rete cittadina, i tecnici sono già a lavoro per ripristinare le attività assistenziali al più presto.